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Olbia, 3 milioni dall’imposta di soggiorno: i soldi per turismo e grandi eventi

di Giandomenico Mele
Olbia, 3 milioni dall’imposta di soggiorno: i soldi per turismo e grandi eventi

L’assessore Fiorentino spiega nel dettaglio come verranno spesi

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Olbia Un piccolo tesoro in costante crescita. L’imposta di soggiorno fa di Olbia e della Gallura le regine del turismo nell’isola. La Sardegna si conferma una delle mete di punta per le vacanze, un settore che porta un significativo incremento di arrivi, partenze e pernottamenti. Per molti Comuni dell'isola questo significa introiti garantiti e Olbia, ancora una volta, eccelle. A livello nazionale la Sardegna si piazza in nona posizione. Analizzando i dati comunali, emerge come Olbia sia, anche nel 2024, il comune con i maggiori incassi dall'imposta di soggiorno (3 milioni e 274mila euro), con un incremento del 21,3% rispetto al 2023. A seguire c'è Alghero con 3 milioni di euro e un +27%, e poi Arzachena che si assesta a 2 milioni 761mila euro, confermando il ruolo chiave del turismo di eccellenza della Costa Smeralda.

Il tema è sempre il solito: come utilizzare i preziosi denari che il Comune incassa attraverso l’imposta di soggiorno riscossa dalle strutture ricettive. Se la normativa nazionale, come sottolineato dall’assessore regionale al Turismo, Franco Cuccureddu, intende sgombrare il campo da utilizzi come quello per tagliare i costi della Tari, si può dire che Olbia, in questo senso, da tempo rappresenti un esempio virtuoso. «Useremo l’introito dell’imposta di soggiorno, come è nostra tradizione, nel campo turistico, con effetti sul sistema di accoglienza che fa di Olbia un luogo bellissimo, capace di attrarre nuovi turisti e incrementare ancora di più il gettito, sempre a beneficio della città – spiega Alessandro Fiorentino, assessore comunale al Bilancio –. Useremo i soldi per abbellire Olbia e renderla più fruibile, intervenendo per migliorare le strade, i parchi, le piste ciclabili e gli spazi per i bambini, valorizzando il verde pubblico, perché chi viene a Olbia la sceglie per la bellezza del posto, l’aria pulita e l’organizzazione efficiente a livello turistico».

L'imposta di soggiorno ha superato ampiamente la fase di rodaggio anche in Sardegna, con la riforma del Governo che ha l'obiettivo di tornare alle finalità originarie che l'imposta aveva: fornire servizi e supportare la promozione del territorio e dei siti che si trovano all'interno dei rispettivi comuni. Da questo punto di vista Olbia non deve cambiare la propria vocazione. «Non abbiamo mai utilizzato i soldi dell’imposta di soggiorno per abbattere i costi della Tari o ridurre le aliquote Irpef e ce ne guardiamo bene – conferma l’assessore Fiorentino – puntiamo invece con sempre maggiore convinzione sulla promozione turistica e il marketing territoriale, destinando cifre importanti, per esempio, sull’organizzazione dei grandi eventi: qui riscontriamo una sorta di effetto moltiplicatore, quello che incasso in parte lo uso per eventi che portino altri turisti, con in più un ritorno di immagine per la città. La bontà del singolo evento non si misura solo con le presenze che registra, va considerato anche quanto faccia conoscere la città e porti l’immagine di Olbia fuori dall’isola».

Il nuovo codice identificativo nazionale (Cin) che mira a mettere in regola gli immobili destinati agli “affitti brevi”, eliminando illegalità e attività in nero, potrebbe consentire di incrementare gli introiti dell’imposta di soggiorno, migliorando allo stesso tempo la qualità dell’accoglienza. «La città è bella e pulita, i turisti sono soddisfatti. Il Cin dovrebbe portare più introiti, già l’anno scorso abbiamo recuperato cifre importanti e si può fare ancora di più – conclude Alessandro Fiorentino –. Il sindaco e la giunta lavorano su questo fronte e decideranno quale sarà la destinazione delle cifre incassate con l’imposta di soggiorno. Sempre guardando al bene di Olbia e dei suoi cittadini».

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