Morte dei due pescatori, ecco cosa sappiamo del naufragio all’ Isola Rossa
Pietro Satta e Maurizio Rossi erano a bordo di un semicabinato di sei metri e mezzo
Trinità d’Agultu Lo schianto contro uno scoglio e la barca che, per il forte impatto, si capovolge e si trasforma in una bara per i due pescatori rimasti intrappolati all’interno del semicabinato “Garupa”. È l’ipotesi più plausibile della ricostruzione della dinamica della tragedia accaduta nella notte tra venerdì e sabato nelle acque di Isola Rossa.
A perdere la vita due amici, amanti del mare e della pesca, Maurizio Rossi, genovese di 77 anni ma residente a Trinità d’Agultu, e Pietro Satta, sassarese 48 anni, titolare della Osteria de’ Mercati, usciti quella notte per una battuta di pesca. Lo squarcio nella prua è un elemento che conferma che c’è stato un impatto violento contro lo scoglio, in seguito al quale la barca si è rovesciata.
Un impatto fatale per i due pescatori, traditi forse dal buio, e sicuramente – sebbene Maurizio Rossi conoscesse molto bene quelle acque, da un tratto di mare insidioso, caratterizzato da secche, scogli affioranti e fondali rocciosi. Sarà l’inchiesta aperta dalla Procura di Tempio – titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Noemi Mancini – a fare chiarezza sulla disgrazia e a ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente in mare, a Punta Canneddi, sulla base degli accertamenti che verranno svolti dagli uomini della capitaneria di Porto Torres e dalla perizia sull’imbarcazione.
Il semicabinato di sei metri, un Key Largo 22 della Sessa Marine con motore da 150 cavalli, è stato messo sotto sequestro e si trova in un cantiere, al porto dell’Isola Rossa. Così come elementi importanti arriveranno dagli esiti dell’autopsia sui corpi delle vittime. L’esame autoptico dovrà accertare le cause della morte: se sia avvenuta a causa dei traumi riportati nell’impatto, o per annegamento. Ma anche l’orario del decesso, anche questo, al momento, una incognita. (t.s.)