Chef gallurese nel gotha dei migliori ristoranti di Africa e Medio Oriente
Fulvio Pischedda di Tempio non è solo un maestro pluripremiato dei fornelli: prepara i menù ai colleghi di vari Paesi e forma le brigate
Tempio Un tempiese ad Abu Dhabi per entrare nel gotha dei migliori ristoranti del Medio Oriente e del nord Africa. Non è l’incipit di un romanzo di fantasia, ma quanto è accaduto allo chef gallurese Fulvio Pischedda, che nella capitale degli Emirati Arabi è andato realmente per ritirare uno dei premi più prestigiosi della ristorazione mondiale. Il ristorante tunisino con il quale collabora, formando il personale di cucina e strutturando i diversi menù stagionali, le Golfe Restaurant, è entrato nella selezione del 50 Best Awards Mena. Vale a dire che non solo viene riconosciuto come il miglior ristorante di tutta la Tunisia, ma che è uno dei migliori 50 di tutto il Medio Oriente e il nord Africa. Ma che cosa ci fa un talentuoso chef sardo in una delle capitali del Maghreb? «È da 5 anni che ho aperto una società con la quale faccio consulenza e aiuto ristoranti e ristoratori a formare i loro team, fornirgli preziosi segreti che ho imparato in tutta la mia carriera. La Tunisia è arrivata proprio 5 anni fa come mio primo cliente da consulente, con le Golfe Restaurant, storico ristorante familiare che si affaccia sul mare nato nel 1955 nel quartiere la Marsa, a Tunisi. Ci vado dalle 5, 6 volte all’anno per cambiare i menù e formare il team sul posto. Abbiamo una grande passione sia io che il proprietario per la cucina e l’hospitality; quindi, ho carta bianca per l’impostazione della cucina e dell’organizzazione, e posso contare su un ottimo chef in Tunisia che mi segue con molta precisione».
In Tunisia Fulvio Pischedda ci è arrivato dopo essersi fatto valere nella Scala mondiale della culinaria. Per 15 anni ha lavorato a Parigi, facendo la classica gavetta e venendo premiato per il suo talento tra i fornelli, diventando chef di rinomati ristoranti. Ha fatto ritorno a casa da sei anni, si è messo in proprio e ora ha un ristorante tutto suo a Palau. La “Jo trattoria” che dalla scorsa estate ha arricchito l’offerta turistica della costa gallurese è l’esercizio di cui va giustamente fiero. «Ritornare a casa era il mio sogno. Qui la qualità della vita è fenomenale. Lo è in confronto alla dura Parigi, città che porterò sempre nel cuore per tutto quello che mi ha dato, anche se non rispecchia più il mio modo di vivere. E a chi mi dice perché mai l’abbia abbandonata, dico che ora tocca a loro provarci». Grazie a Fulvio e alla sua “scienza” culinaria Le Golfe Restaurant è ora parte della famiglia dei “50 Best” organizzata da William Reed Business Media, che include altre classifiche famose come The World’s 50 Best Restaurants e Asia’s 50 Best Restaurants.
Ma i progetti del trentaseienne chef tempiese non si fermano qui. «Oramai sono 5 anni che lavoro come freelancer e umile imprenditore, ho un ristorante in Sardegna, collaboro ancora con Helene Darroze, cheffe 6 stelle Michelin su un progetto che riguarda l’Italia. Assisto Helene nelle creazioni e nello sviluppo del progetto, non più da dipendente». Questo è il presente, ma nella testa di Pischedda c’è tanto futuro: «Penso al futuro della ristorazione, e per me il futuro è la consulenza, che non vuol dire vendere un nome, ma vendere del mestiere, aiutare i ristoranti a mettersi sulla strada giusta per raggiungere l’obiettivo principale che è la soddisfazione del cliente, ridurre gli sprechi, scegliere i prodotti giusti freschi a km zero. In Tunisia ci siamo riusciti in grande». L’impresa di Pischedda viene segnalata anche da “Dissapore”, autorevole portale informativo che racconta il mondo del cibo a 360 gradi. “Dissapore” riconosce che agli chef italiani non è andata bene, ma che c’è comunque una bella notizia: «una novità che parla italiano, perché al 44esimo posto troviamo Le Golfe, storico ristorante di La Marsa e migliore della Tunisia che si è guadagnato questo riconoscimento grazie all’avvento in cucina di Fulvio Pischedda, chef dalle solide esperienze internazionali (da Robuchon a Hélène Darroze) che a colpi di fritto misto e spaghetti alla bottarga ha fatto il colpaccio, con buona pace dei suoi connazionali pluristellati».