Conclusa la missione di 6 mesi in Libano, la Brigata Sassari torna a casa
I primi 80 “sassarini” sbarcheranno domani ad Alghero, gli altri 1120 nei prossimi giorni. I momenti più difficili tra ottobre e novembre, con alcuni militari lievemente feriti
Sassari Si concluderà alla mezzanotte di oggi (23 ora italiana, 1 febbraio) la missione in Libano della Brigata Sassari. Durata sei mesi, la missione era iniziata il 2 agosto scorso, con il passaggio di consegne con gli alpini della Brigata Taurinense, sotto la guida del generale Stefano Messina, 47esimo comandante dei Dimonios. Circa 80 "sassarini", con in testa il comandante della Brigata Sassari, il generale Stefano Messina, sbarcheranno domani (domenica 2) ad Alghero, dove ad accoglierli ci saranno i familiari e le più alte cariche istituzionali del territorio. Gli altri militari, circa 1120, torneranno a casa nei prossimi giorni.
Quella che si sta concludendo è la terza missione in libano dopo il mandato semestrale del 2016 e del 2020-21. L’Italia in ambito Unifil è presente nella zona dal 1978. Iniziata ad agosto, è stata una missione particolarmente delicata, segnata dalle fortissime tensioni, con scontri cruenti fra esercito israeliano e le milizie di Hezbollah. Con diverse basi Unifil colpite da razzi e feriti tra i militari sardi.
Il 10 ottobre truppe israeliane avevano sparato contro tre postazioni Unifil nel sud del Libano, tra cui la base di Naqoura, dove erano presenti alcuni militari della Brigata Sassari. Nell’attacco, due soldati indonesiani erano rimasti feriti, mentre altre due postazioni, gestite da militari italiani, erano state colpite senza provocare feriti. Alcuni colpi erano stati esplosi all'ingresso dei bunker dove si erano rifugiati i caschi blu.
Il 19 novembre otto razzi da 107 millimetri avevano colpito il quartier generale del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil (Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite) a Shama, nel sud del Libano. I razzi avevano impattato su alcune aree all'aperto e sul magazzino ricambi della base, dove non era presente alcun soldato. Non si erano registrati feriti, ma cinque militari della Brigata erano stati posti sotto osservazione nell'infermeria della base, in condizioni comunque non preoccupanti.
Il 22 novembre quattro militari sardi erano rimasti feriti nell’attacco alla base di Shama, nel sud del Libano. Dopo essere stati ricoverati per accertamenti nell’ospedale della base erano stati subito dimessi, e avevano potuto parlare con le loro famiglie in Sardegna.