Olbia, il ristorante Piperita raddoppia: nuova vita per la galleria Azzena
Il locale della famiglia Appeddu si rinnova: due locali e un piano di riqualificazione urbana
Olbia Da qualche parte nel cielo papà Pier Paolo guarda e sorride soddisfatto. Le sue ragazze sono davvero in gamba: da piccolo ristorante traditional-chic in via Garibaldi il Piperita Patty ora è diventato un gioiello international style e anche un modello di riqualificazione urbana tra il corso Umberto e via Olbia, nel cuore del centro storico. Molto più di un ristorante, insomma. Elegante, fascinoso con il suo arredamento in stile modernariato anni Cinquanta, centralissimo ma appartato quanto basta per non costringere i clienti a pranzare o cenare tra la gente che passeggia nel Corso, il nuovo Piperita è fedele a se stesso e al suo progetto originale, ma cresce e guarda avanti contribuendo a definire la dimensione di Olbia come città moderna e internazionale.
La galleria Azzena nel corso Umberto è un pezzo di storia di Olbia. Nel corso degli anni le antiche scuderie del palazzo sono rimaste nel patrimonio della famiglia olbiese, ma hanno cambiato spesso destinazione d’uso. Così da scuderie sono diventate prima officina meccanica e noleggio auto della famiglia Pinna (l’attuale Pincar, concessionaria Fiat nella zona industriale), poi due importanti ristrutturazioni a cura dello stuidio di architettura Cervo: la prima hamburgheria di Olbia nella stagione d’oro dei fast food, poi uno showroom per un’attività commerciale di home design. Ora una nuova vita con le sorelle Apeddu da Berchidda – Gabriella, Francesca e Paola, le “figlie terribili” del super chef Pier Paolo – hanno bussato alla porta della famiglia Azzena con un progetto coraggioso e con un bagaglio di esperienza e professionalità indiscutibile.
Del resto, il successo del Piperita Patty in questi anni parla per loro. Il miglior biglietto da visita per aprire e chiudere una trattativa pure complessa dal punto di vista dell’investimento finanziario. Il risultato della ristrutturazione (curata dalle stesse ragazze) è davanti agli occhi di tutti: il ristorante piace, la scelta dei colori e dei materiali è eccellente, lo standard già elevato della cucina e dell’accoglienza è rimasto immutato. In più c’è l’aspetto urbanistico per nulla secondario: una imponente opera di riqualificazione e rivitalizzazione di un vasto compendio inutilizzato nel cuore del centro storico, su due livelli, tra il corso Umberto e via Olbia. Proprio dove – è il caso di via Olbia – lo stato di buio abbandono stava trasformando la strada in una terra di nessuno a disposizione della microcriminalità dedita allo spaccio di droga e al vandalismo.
L’offerta del nuovo Piperita è doppia: il ristorante tradizionale con nuova veste e nuovi spazi accessibili dalla galleria Azzena e un lounge&tapas bar bar nel piano superiore, l’Himys, che promette buffi e morsi ai fianchi fino a tarda sera con una cantina internazionale da brivido. Lunga e ricca di soddisfazioni è la storia della famiglia Apeddu nel mondo della ristorazione. Prima tanta gavetta e un ristorante a Berchidda per dieci anni, poi le esperienze negli Stati Uniti e in Costa Smeralda. Papà Pierpaolo ha lavorato d’estate a Porto Cervo diventando chef personale di Tom Barrack, il finanziere miliardario libano-americano allora proprietario della Costa Smeralda. I suoi piatti hanno fatto il giro del mondo fino al 2018 quando a Olbia è nato il primo Piperita Patty, il ristorante a pochi passi dal corso Umberto. In cucina papà Pierpaolo e mamma Anna, in sala le tre figlie Paola, Gabriella e Francesca. Un mix di ospitalità, cortesia e abilità culinaria che in poco tempo a Olbia ha conquistato tutti con una ricetta semplice e infallibile: la valorizzazione dei prodotti locali unita alla riproposizione di ricette custodite nella tradizione sarda, soprattutto quella berchiddese, logudorese e gallurese. Il risultato è un’esperienza gastronomica “delicatamente forte”, fatta di tradizionali ravioli berchiddesi e “pan’a fittas” ma anche di innumerevoli piatti figli dell’attenzione alla Sardegna e anche alla cucina internazionale.