Olbia, senza tetto si rifugia nel chiosco bar dell’aeroporto
La struttura, in questo periodo chiusa, era stata occupata da un clochard di 70 anni. La polizia di frontiera ha subito informato i Servizi sociali
Olbia Non ha resistito al freddo della notte. E forse non aveva un altro posto dove andare a dormire. Così, un clochard di 70 anni (si sa soltanto che si tratta di un italiano) ha pensato di rifugiarsi nel chiosco-bar esterno dell’aeroporto che funziona soltanto durante la stagione estiva. E’ riuscito a rompere i lucchetti che tenevano chiusa la porta e si è sistemato all’interno, portando con sé un fornellino per cucinare qualcosa All’interno del bagno, invece, aveva provveduto ad allineare sul lavandino sapone e bagnoschiuma, aggiungendo POI un asciugamano. Non poteva scaldarsi in alcun modo, perché si sarebbero accorti di lui, ma almeno aveva un riparo.
E’ una delle tristi storie di uomini e donne senza dimora sempre alla ricerca di un tetto sotto il quale ripararsi. E ce ne sono tanti, anche in città. L’ha confermato l’unità di strada della Croce Rossa che, dall’imbrunire, esce con i suoi mezzi per portare bevande calde, coperte e un po’ di cibo a chi vive per la strada, spesso per scelta, sotto i ponti o vicino ai portoni.
Anche il settantenne, probabilmente, trascorreva le notti all’aperto. Ma nei giorni scorsi, quando le temperature si sono abbassate notevolmente ha deciso di occupare il chiosco bar del Costa Smeralda. Qualcuno, alla fine, si è accorto di lui e ha segnalato la sua presenza alla polizia di frontiera guidata da Christian Puddu che ha informato i Servizi Sociali del Comune. Nessuno però ha denunciato il senza tetto. In ogni caso, anche per questioni di sicurezza, non poteva rimanere lì ed è stato invitato con garbo e delicatezza a lasciare il chiosco e a prendere tutto ciò che aveva portato con sé. (s.p.)