La Nuova Sardegna

Olbia

Fiamme in via Lumbau

Va a fuoco l’auto del bodybuilder olbiese: «Spero non sia un altro attentato»

Va a fuoco l’auto del bodybuilder olbiese: «Spero non sia un altro attentato»

Indagini sul rogo che ha distrutto la macchina di Gianluca Degortes “Ciki”

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Olbia Un incendio ha distrutto nella notte tra lunedì 10 e martedì 11 febbraio un’auto parcheggiata in via Lumbau, nel quartiere della Sacra Famiglia. La macchina, una Toyota Yaris, è di proprietà di Gianluca Degortes, per tutti “Ciki Ciki, campione di bodybuilding, già finito nel mirino degli incendiari un anno fa, quando furono distrutte dal fuoco tre auto parcheggiate sotto casa, sempre in via Lumbau: una di sua proprietà, l’altra del fratello, e la terza, della cognata. L’origine dolosa, in quel caso, era stata accertata dai vigili del fuoco e dai carabinieri del reparto territoriale di Olbia che si erano occupati delle indagini. Neppure questa volta si esclude l’origine dolosa, anche se i vigili del fuoco non hanno rinvenuto tracce di liquido infiammabile o inneschi. Gli accertamenti sono in corso e al momento non si può dire con certezza che dietro le fiamme ci sia un’intimidazione.

A occuparsi delle indagini sono sempre i carabinieri di Olbia, intervenuti nella notte in via Lumbau. Le fiamme che hanno avvolto la Toyota Yaris, hanno danneggiato anche uno scooter parcheggiato nelle vicinanze. «Spero davvero che questa volta si tratti di un evento accidentale e non doloso. Mi rassicura il fatto che non siano stati ritrovati inneschi. Ma è ovvio che il primo pensiero che ho avuto è stato quello di una nuova intimidazione, visto ciò che è successo un anno fa», commenta Gianluca Degortes, assistito dall’avvocato Antonello Desini.

Il 5 febbraio del 2024 il bodybuilder olbiese era stato svegliato di soprassalto poco prima dell’una e trenta da un’esplosione. Si era buttato giù dal letto ed era corso fuori casa, insieme ad altri familiari. Davanti ai loro occhi, le fiamme che divoravano le loro macchine parcheggiate in un tratto sterrato di strada, vicino all’abitazione, in via Clotilde Maria Lumbau, una traversa di via Roma. Tre le auto distrutte nel raid incendiario: ad essere prese di mira, la sua macchina, quella del fratello e quella della cognata. Tutte e tre completamente distrutte dal fuoco. Nessun dubbio sulla matrice dolosa, accertata dai vigili del fuoco e dai carabinieri del reparto territoriale di Olbia, che si erano occupati delle indagini. Da allora Gianluca Degortes ha fatto una vita prettamente da sportivo e si sta preparando per una gara molto importante, non occupandosi più dell’attività di buttafuori che era quella che poteva creargli delle inimicizie.

L’altro ieri notte, le fiamme hanno avvolto ancora una volta la sua auto. Saranno gli accertamenti in corso a fare chiarezza su questo nuovo episodio: a stabilire se si tratti o meno di un’intimidazione, se possa essere legata a quanto accaduto un anno fa, o se si tratti di un evento accidentale. Di sicuro, un anno fa, la città era stata scossa da una lunga serie di intimidazioni messe a segno con accendino e liquido infiammabile. Nel giro di due mesi erano state incendiate 13 macchine. Un fenomeno che aveva generato allarme sociale. Tanto che il procuratore della Repubblica di Tempio, Gregorio Capasso, lo aveva portato anche all’attenzione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si era riunito in Prefettura, a Sassari. (t.s.) 

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