La Nuova Sardegna

Olbia

Verso le comunali

Olbia, il Pd lancia la sfida al centrodestra: «Pronti a governare la città»

di Dario Budroni

	Da sinistra Loriga, Marchio, Corda (Maddalena), Meloni, Russu, Corda (Gianluca) e Spano
Da sinistra Loriga, Marchio, Corda (Maddalena), Meloni, Russu, Corda (Gianluca) e Spano

I dem presentano il gruppo unico in consiglio comunale: «Siamo il primo partito, al lavoro per l’alternativa»

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Olbia Il fischio di inizio della campagna elettorale lo dà il Partito democratico. Tutti insieme dietro un tavolo con al centro il vicegovernatore Giuseppe Meloni, che del Pd è il presidente regionale. Alle amministrative mancano ancora due anni ma i dem, con la scusa di presentare il gruppo unico del partito in consiglio comunale, vanno subito al sodo. «Crediamo di avere una proposta che sia all’altezza di questa città» sottolinea Meloni. E poi ancora: «Racconteremo una idea di città che va al di là delle scelte del centrodestra. Per essere chiari, parleremo il meno possibile di Settimo Nizzi». Ivana Russu, che del Pd è capogruppo in consiglio comunale, aggiunge: «È arrivato il momento di fare opposizione con una forza maggiore. Ce lo chiede una città che, nelle ultime tornate elettorali, ha sempre premiato il nostro partito». Insomma, per il Pd la partita è aperta e la poltrona da sindaco, in quello che è uno degli ultimi fortini di Forza Italia, non è stata già ipotecata dal centrodestra. A caricare i dem sono i risultati raccolti alle ultime regionali ed europee, quando il Pd è risultato il partito più votato a Olbia. Per i nomi e i perimetri della futura coalizione c’è ancora tempo, ma intanto si comincia a gettare le fondamenta di un percorso che, nei piani dei democratici, dovrà concludersi con la conquista del palazzo di corso Umberto. E questo sulla scia delle recenti vittorie del centrosinistra in Regione, a Sassari, a Cagliari e ad Alghero.

Stop al civismo. Il gruppo unico in consiglio comunale, sotto il simbolo del Pd, mancava da dodici anni. Alle amministrative del 2021 i dem si erano divisi in più liste civiche: così in Consiglio quattro di loro avevano formato il gruppo Olbia democratica, mentre altri due erano finiti nel gruppo misto. Ora, invece, tutti insieme in un unico gruppo: Ivana Russu, Gianluca Corda, Maddalena Corda, Antonio Loriga, Mariangela Marchio (segretaria provinciale del Pd) e Rino Piccinnu, amministratore della Provincia Gallura oggi, 22 marzo, assente per impegni alla conferenza stampa convocata dal partito. «Con la nascita del gruppo unico superiamo la logica del civismo puro che ha contraddistinto la campagna elettorale del 2021 – spiega Meloni –. Siamo convinti di ottenere grandi risultati a Olbia. Il Pd è maturo per governare questa città». Poi Meloni fa un paragone con Milano, città che presenta dinamiche simili a quelle olbiesi e che ormai da numerosi anni è amministrata dal centrosinistra. Non manca il passaggio su quello che sarà il futuro avversario del Pd, con il sindaco Settimo Nizzi (e non è certo un mistero) che spera nella legge del terzo mandato. «Non ci faremo trovare spiazzati da probabili cambi di legge – dice ancora Meloni –. Di sicuro non trasformeremo la campagna elettorale in un referendum su Nizzi. Abbiamo una nostra visione di città».

La bocciatura.  E con il Pd che promette una opposizione più dura, non mancano certo le critiche all’operato della giunta Nizzi. «Dobbiamo smentire la narrazione che vuole Olbia come una città perfetta: è sicuramente bellissima, ma gli annunci della maggioranza non sono supportati da dati concreti» dice Pietro Spano, segretario cittadino del Pd. «Il gruppo unico – spiega Gianluca Corda – è necessario anche per avere una maggiore forza in consiglio comunale, diventato ormai un mero ratificatore di atti blindati portati in aula senza discussione. La città ha bisogno di risposte: Olbia continua a crescere, ma ha tantissimi ambiti di sofferenza». Ivana Russu, che sembra andare oltre i malumori post-regionali palesati nei giorni scorsi in una intervista alla Nuova, dice: «Abbiamo una grande responsabilità, in una città dove è vietato dissentire, dove chi alza la testa viene emarginato e dove si continua a pensare più all’interesse di pochi che a quello della collettività. Pensiamo per esempio all’ emergenza abitativa, alla sicurezza, alla povertà in aumento. C’è una narrazione che fa del Pd un partito del no: invece non è così, noi abbiamo semplicemente un’altra idea. Ricordiamo, per esempio, che il lungomare e l’ Iti sono progetti voluti dalla giunta Giovannelli. Stesso discorso per il piano del centro storico». Poi un passaggio sul porto per i maxi yacht al Molo Brin: «Si doveva fare qualcosa di diverso, dando spazio alla piccola nautica da diporto e ai posti barca degli olbiesi» sostiene Russu.  Nulla in contrario, invece, con l’abbattimento delle sopraelevate, anche se ci sarebbero altre priorità. «Per esempio l’edilizia scolastica» dice Gianluca Corda. Mariangela Marchio, segretaria provinciale del partito, si concentra più sul significato politico del gruppo unico: «Siamo il primo partito a Olbia e in Gallura, il gruppo era un passo necessario. Mandiamo un segnale di unità, dicendo che a Olbia il Pd c’è». Maddalena Corda parla invece di una città governata a colpi di ordinanze: «C’è il problema della sicurezza? Si tolgono le panchine. Non si rispettano le isole ecologiche? Via anche loro. Forse siamo stati un po’ miti in consiglio comunale, ma la giunta, come accaduto con il Pul, ci ha consegnato il materiale 24 ore prima. Non ci dà neanche il tempo di leggere le carte». Antonio Loriga sottolinea: «Siamo qui per dire che tipo di città vuole questo Pd. E la città è quella del progetto Iti e del lungomare, magari con più verde e più posti barca per gli olbiesi. Ben vengano gli yacht, ma spesso ci si scorda dei cittadini. E non dimentichiamo di quando la giunta voleva far realizzare un deposito di gas nel golfo. Ci siamo opposti e quella battaglia, alla fine, l’abbiamo vinta, visto che il Tar ha detto no».

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