La Nuova Sardegna

La storia

Ucciso a 21 anni dai contrabbandieri: a Bolzano il ricordo di Luigino Pilo

di Dario Budroni

	Il generale Gavino Putzu e Maria Rosella Pilo, accanto la medaglia al valore militare
Il generale Gavino Putzu e Maria Rosella Pilo, accanto la medaglia al valore militare

Il giovane finanziere di Aggius morì in montagna nel 1919. Gli è stata intitolata una caserma

3 MINUTI DI LETTURA





Aggius Lo uccisero in una fresca notte di agosto tra cime verdi e piccoli nevai. Luigino Pilo aveva 21 anni quando quattro contrabbandieri aprirono il fuoco contro di lui. Si trovava da solo, nel buio, in una terra diventata italiana soltanto qualche mese prima. Del giovane finanziere arrivato da Aggius, e nel 1919 spedito in un valico alpino tra l’Alto Adige e l’Austria, ormai non resta praticamente nulla. Neanche una fotografia, nemmeno una tomba su cui lasciare un fiore. Resta solo una piccola medaglia di bronzo con al centro lo stemma dei Savoia. Da qualche giorno, però, a portare il suo nome è una caserma della guardia di finanza di Bolzano, dove operano sia il Nucleo di polizia economico finanziaria che il Gruppo di Bolzano. La cerimonia di intitolazione è stata ricca di emozioni. E soprattutto per una parente del finanziere morto in montagna: Maria Rossella Pilo. Luigino era infatti il fratello di suo nonno Luciano. «Sono orgogliosa di lui – commenta lei – e anche felice del fatto che la guardia di finanza abbia ritenuto la mia famiglia meritevole di tale gioia. Mi hanno parlato di Luigino Pilo come un eroe. Adesso voglio trovare la sua tomba: è brutto sapere di avere un eroe in famiglia senza però conoscere il luogo della sua sepoltura».

Chi era. Luigino Pilo nacque il 26 febbraio del 1898 ad Aggius. Entrò in finanza a 18 anni e, tre anni dopo, con il grado di guardia terra, venne ucciso lungo il Passo Gola, in Val di Tures, la notte del 6 agosto del 1919. «Passò davanti a lui un gregge di pecore – racconta la nipote Maria Rossella Pilo –. Ma c’erano anche quattro persone, erano contrabbandieri. Gli spararono a bruciapelo con una pisola. Era da solo e, mi è stato spiegato, da quella volta in poi si decise si far coprire il turno di guardia da due finanzieri». Ed è per quel sacrificio che a Bolzano è stato deciso di intitolare una caserma a Pilo. Alla cerimonia, durante la quale è stata anche scoperta una lapide, ha partecipato il generale di brigata Gavino Putzu, di origini sarde, che è il comandante regionale della guardia di finanza del Trentino - Alto Adige. Presenti anche il tenente colonnello Paolo Della Giorgia, oggi in pensione autore di una ricerca su Luigino Pilo, e il tenente colonnello Manuel Artuso.

Il ricordo. Maria Rossella Pilo, insegnante all’Amsicora Ipia di Olbia, scuola guidata dal dirigente Stefano Palmas, in famiglia aveva sempre sentito parlare del prozio Luigino. «Era il fratello di mio nonno Luciano, nato nel 1907 – raccontala docente –. E mio padre, che oggi ha 92 anni, si chiama proprio come lui, Luigi. La guardia di finanza di Bolzano ha condotto una ricerca e, tempo fa, ha infine contattato mia mamma, Anna Carbini. Io conservo ancora la sua medaglia di bronzo al valore militare: ricordo che da bambina ci giocavo spesso, l’avevo addirittura infilata in un piccolo salvadanaio. Andare a Bolzano, e partecipare a una cerimonia così toccante, è stata comunque una bellissima esperienza. Ho conosciuto persone squisite, mi hanno fatto sentire a casa fin dal primo momento». Adesso, però, c’è da trovare il luogo di sepoltura di Luigino Pilo. La sua famiglia, negli anni, si è poi trasferita a Trinità, ma la sua tomba potrebbe trovarsi proprio ad Aggius. «A Bolzano ho chiesto di essere accompagnata davanti alla sua tomba, ma mi hanno spiegato che neanche loro sanno dove sia – spiega la nipote –. Così mi hanno consigliato di cercarlo ad Aggius, perché il corpo potrebbe essere stato trasportato in Sardegna e quindi sepolto nel paese. Potrei controllare nei registri parrocchiali. Ma mi hanno consigliato di cercarlo anche a Sassari o a Cagliari. Ora, dunque, mi darò da fare. Voglio che Luigino riposi insieme alla sua famiglia».