La Nuova Sardegna

Bonorva Erano accusati, in concorso, di avere – nei rispettivi ruoli di sindaco e di responsabile del settore socio-assistenziale del Comune – abbandonato una donna anziana invalida e bisognosa di assistenza continua “avendo predisposto – era scritto nella conclusione delle indagini – un piano di assistenza domiciliare per un totale di sei ore settimanali, del tutto insufficiente a soddisfare le esigenze quotidiane della stessa”.

Ieri mattina, 26 marzo, per Massimo D’Agostino e per la funzionaria Giusi Popolla si è chiuso con una sentenza di assoluzione piena il processo con rito abbreviato davanti al gup Sergio De Luca. Le argomentazioni portate in discussione dall’avvocato difensore Gian Marco Mura hanno convinto il giudice dell’insussistenza di un reato che presupponeva tutt’altra condotta.

«L’abbandono – ha spiegato il legale – implica che ci siano consapevolezza e volontà di esporre una data persona al pericolo, cosa che ovviamente non ha riguardato i miei assistiti. Che anzi hanno fatto l’esatto contrario visto che l’anziana in questione è sempre stata ben accudita, curata, accompagnata all’ufficio postale quando necessario. E non è certo competenza del Comune stabilire il numero di ore da assegnare agliutenti che necessitano di assistenza».

L’indagine era scaturita da una segnalazione anonima che riguardava il presunto abbandono dell’anziana da parte della nipote, l’amministrazione comunale in realtà non era stata mai menzionata nell’esposto. La Procura aveva però ritenuto opportuno estendere le indagini, coinvolgendo la funzionaria e il sindaco, quest’ultimo per un’eventuale responsabilità oggettiva sull’operato della funzionaria».

I due indagati avevano chiesto di essere sentiti dal pm e avevano chiarito ogni aspetto producendo centinaia di documenti a prova della totale estraneità rispetto alle accuse. Ieri l’assoluzione del giudice.