La Nuova Sardegna

Assalto in Toscana

Sotto choc dopo la scarica di kalashnikov: la testimonianza

di Elisabetta Giorgi
Sotto choc dopo la scarica di kalashnikov: la testimonianza

Il racconto delle guardie giurate che trasportavano i soldi delle pensioni

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Grosseto Le guardie giurate che stavano trasportando il denaro sui furgoni assaltati sono sotto choc: «Ci hanno disarmati e fatti allontanare dai furgoni, noi abbiamo obbedito. Siamo sotto choc ma almeno la possiamo raccontare: siamo vivi, abbiamo portato la pelle a casa», racconta una delle cinque guardie giurate – tutte grossetane – che venerdì pomeriggio hanno subito l’assalto dei rapinatori lungo la Variante Aurelia, poco prima di San Vincenzo sud e dopo la galleria San Carlo, in provincia di Livorno.

Si chiama Luigi Grechi, 63 anni, e racconta d’aver preso anche «un calcio nel sedere» dai banditi che, poco dopo le 18, armati di kalashnikov, hanno assaltato due portavalori che trasportavano i soldi delle pensioni e sono fuggiti dopo aver scatenato un inferno di fuoco, aver sparato in aria e aver usato esplosivo per aprire il furgone. Dopo la rapina i criminali sono fuggiti a bordo di tre auto verso sud. Le cinque guardie giurate hanno visto la morte in faccia. Chi era nei paraggi racconta di averli visti comprensibilmente molto agitati e «con l’adrenalina a mille» mentre in strada convergevano a tutto spiano forze dell’ordine e soccorritori. Venerdì in nottata un furgone aziendale delle guardie giurate è partito dalla sede di via Genova di Grosseto per andare a San Vincenzo per riportarli a Grosseto.

Lungo le strade della provincia di Grosseto è stato da subito predisposto un pattugliamento che ha coinvolto le forze dell’ordine al completo. Nessuna conseguenza per le pensioni che domani potranno essere regolarmente riscosse negli uffici postali della provincia. Grechi rievoca quei momenti di puro terrore: «Per fortuna stiamo tutti bene, abbiamo avuto paura, in pratica ci hanno tirato addosso una scarica di kalashnikov». Grechi viaggiava nel furgone di scorta davanti all’altro che trasportava i soldi. Racconta: «I rapinatori ci hanno fermati e hanno bloccato i furgoni, hanno iniziato a sparare, ci hanno fatto scendere. Sono sicuramente professionisti. Non ci hanno fatto niente di male ma lì per lì uno ci pensa, certo ha paura che finisca nel peggiore dei modi. Invece hanno visto la nostra collaborazione: a un certo punto eravamo inermi».

«Ci hanno chiesto di consegnare le pistole e l’abbiamo fatto. Io ho buttato la mia arma nel furgone e così l’ho salvata. Uno di loro mi ha anche dato un calcio nel sedere. Ci hanno allontanati dai mezzi blindati e puntato le armi addosso, ci hanno spinti verso la galleria, hanno continuato a sparare in aria e anche verso chi faceva i video con il telefonino». «A livello mentale è essenziale dimenticare tutto il prima possibile: è bene farlo, succede anche se cadi dal cavallo. O ci rimonti subito o è finita». Sotto choc e decisamente provato anche Luigi Busoni, altra guardia giurata grossetana in servizio per Battistolli. «Fisicamente sto bene. Piuttosto è l’altro aspetto che non va bene», ossia quello psicologico. «Per fortuna tra di noi non ci sono feriti, ma io personalmente ho preso una botta, sono scosso».

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