Emergenza sanità in Gallura, sit-in di protesta davanti al Giovanni Paolo II
Intanto scoppia la polemica all’interno dell’ospedale dopo l’assegnazione degli incarichi dirigenziali da parte della direzione della Asl
Olbia Stanno alla larga dalle guerre interne scoppiate dopo la recente delibera della direzione della Asl con cui sono stati assegnati ad alcuni medici incarichi dirigenziali senza aver consultato i responsabili di dipartimento e i primari. Loro, la Cgil Gallura, la Fp Cgil, La Uil, la Uil Fpl e il Nursind sanno bene che la situazione che si è creata è pesante ma si concentrano solo «sul disastro sanità nel nord Sardegna» ribadiscono la necessità «di avere più posti letto e soprattutto più organici», auspicano «un abbattimento delle liste d’attesa e chiedono a gran voce «quelle risposte di cui i cittadini hanno diritto e che ospedali e medicina territoriale continuano a non dare». Durante la conferenza stampa tenuta ieri mattina nella sede della Cgil è stato dato appuntamento al grande sit-in di protesta che si svolgerà lunedì 31 marzo, dalle 10 alle 12 davanti al Giovanni Paolo II dopo un mini corteo che partirà dalla sede della Asl. «L’invito è per tutti. Per gli operatori sanitari e per i cittadini. E ci auguriamo che la partecipazione sia massiccia».
E mentre Paolo Dettori, alla guida della Cgil Fp di Sassari, ha ribadito che «i peggiori direttori generali delle Asl sono stati Marcello Acciaro e Flavio Sensi», Jessica Cardia (Fp Funzione Pubblica), Danilo Deiana (segretario generale della Cgil Gallura), Achille Caddeo (Nursind) e Vito Langiu (UIl Fpl) hanno a turno fatto il quadro di un’emergenza sanitaria non più accettabile e lanciato accuse contro la Regione. «Anche il nuovo disegno di legge - ha sottolineato Deiana - non servirà a risolvere le criticità del territorio. Nonostante la riforma, infatti, ci sono ancora diecimila pratiche inevase per ottenere l’invalidità civile. Servono più risorse per la Gallura ed è necessario aumentare il numero dei posti letto e incrementare gli organici». «Abbiamo perso un terzo dei posti letto – ha dichiarato Caddeo – , a Olbia siamo arrivati sotto i 200 e in Gallura dovrebbero essere almeno 480. A Tempio, con la creazione della piattaforma, siamo scesi addirittura a 24 e prima erano 104. A La Maddalena mancano i servizi essenziali e la casa di comunità stenta ad aprire. Adesso, poi, cresce la paura per l’emergenza estiva».
«Da anni denuncio la drammatica situazione in cui vivono gli ospedali di Olbia, Tempio e La Maddalena - ha aggiunto Langiu - ma il quadro della sanità pubblica non fa che peggiorare. Il Mater avrebbe dovuto dare un contributo importante per alleviare molte carenze, ma non è avvenuto. Ci auguriamo che con i commissari che arriveranno si possa dialogare in modo serio».
«Si deve ricostruire un intero sistema - ha ribadito Jessica Cardia - per poter dare risposte ai cittadini. Ma nello stesso tempo chiediamo di tutelare gli operatori sanitari che, troppo spesso, sono vittime di atti violenti. Serve una vera e propria svolta organizzativa che deve però coinvolgere anche le forze sociali». La stessa Cardia ha poi ricordato che «in Gallura è stato istituito il centro regionale per la salute mentale. Un’assurdità. Considerato che i centri di salute mentale non danno risposte e non ci sono medici».
Alla fine l’annuncio dei sindacati di voler andare avanti nella mobilitazione «e non escludiamo di arrivare anche a proclamare uno sciopero generale». (s.p.)