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Il consulente: «All’ex Hotel Cama nessun abuso»

ORISTANO. Il consulente della difesa ha un volto particolare. Per provare a smontare le tesi del pubblico ministero Andrea Chelo, gli avvocati difensori Basilio Brodu e Marcello Mereu hanno infatti...

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ORISTANO. Il consulente della difesa ha un volto particolare. Per provare a smontare le tesi del pubblico ministero Andrea Chelo, gli avvocati difensori Basilio Brodu e Marcello Mereu hanno infatti scelto l’ex assessore regionale all’Urbanistica, Gianvalerio Sanna. È stato quest’ultimo a dare una chiave di lettura differente e opposta rispetto a quella dell’accusa nel processo che riguarda la trasformazione dell’Hotel Cama in un condominio con numerosi appartamenti.

Per la vicenda successiva al cambio di destinazione d’uso e alla vendita degli appartamenti dell’albergo che ospitò i tifosi delle squadre di calcio durante “Italia ’90”, è sotto accusa l’imprenditore edile Giovanni Lochi per reati di tipo urbanistico. La procura ritiene che il cambio di destinazione d’uso non fosse legittimo e in più che le cubature furono ampliate rispetto agli indici di edificabilità consentiti nella zona di via Vittorio Veneto dove sorge il complesso. Il consulente Gianvalerio Sanna ha spiegato che il cambio di destinazione d’uso era possibile in virtù della legge regionale in vigore nel 2008, anno del passaggio di proprietà, e dei dettami stabiliti dal Piano Casa.

Quanto alle cubature ha spiegato che non furono ampliate rispetto agli indici di edificabilità perché c’era un calcolo errato delle volumetrie e perché queste vanno considerate non singolarmente per edificio, ma nell’ambito di un complesso di aree tra le quali ci può essere uno scambio di cubature. In aggiunta vanno considerate le volumetrie in più gollegate automaticamente al momento del rilascio della concessione. Con questo quadro ovviamente la situazione di abuso edilizio non emergono, ma sul tavolo del giudice monocratico Elisa Marras ci sono anche la perizia di segno opposto del consulente del pubblico ministero e gli atti d’indagine portati avanti dalla sezione di polizia giudiziaria della Guardia Forestale. Il 3 aprile, data dell’udienza conclusiva, la vicenda si chiuderà. (e.c.)

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