Il cameraman accusa di estorsione l’inviato di Striscia la notizia Cristian Cocco
Richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell’inviato della trasmissione di Canale 5, che nega ogni addebito: avrebbe preteso di dividere i compensi che spettavano al suo operatore
Oristano Striscia la notizia al veleno, ma stavolta nei guai non finiscono i protagonisti dei servizi che dalla Sardegna arrivano poi sul telegiornale satirico di Mediaset. Tocca invece Cristian Cocco, l’inviato speciale della trasmissione di Canale 5. A portarlo davanti al giudice è il suo operatore di ripresa, con il quale è in corso una disputa che può costare carissima allo showman oristanese che ha avuto anche una parte nello sceneggiato televisivo L’isola di Pietro con Gianni Morandi. Il pubblico ministero Armando Mammone gli contesta il reato di estorsione sulla base degli elementi venuti fuori dalla denuncia del suo compagno di avventure e da una serie di riscontri che la procura avrebbe in mano.
Secondo la querela, tutto nasce dalla pretesa di Cristian Cocco di dividere i compensi che il cameraman L.A. di Orosei riceveva per il servizio prestato accanto all’inviato di Striscia la notizia. Quest’ultimo, forte del fatto che sarebbe stato lui a procurare le notizie e quindi a garantire all’operatore il lavoro, l’avrebbe costretto a consegnarne una parte. Stanco dell’andazzo, il cameraman avrebbe deciso che la situazione non era più tollerabile e così avrebbe preso la strada della procura per denunciare l’accaduto. Su Cristian Cocco pende una richiesta di rinvio a giudizio che, se la giudice per le udienze preliminari Federica Fulgheri dovesse accogliere, lo vedrebbe sotto processo. Per ora, l’udienza che si doveva svolgere qualche giorno fa, è saltata per un difetto di notifica, per cui la prima discussione in aula è rinviata a febbraio.
Per il resto è un muro contro muro, perché Cristian Cocco nega ogni addebito e racconta una versione diversa dei fatti, secondo la quale non solo non avrebbe fatto pressioni nei confronti dell’operatore di ripresa, ma nemmeno avrebbe mai visto quei soldi. La cifra non è stata nemmeno quantificata con precisione, ma andrebbe nell’ordine di qualche migliaio di euro perché la storia sarebbe durata qualche anno. Sono tutti elementi da chiarire e, a questo punto, il luogo migliore per farlo diventa proprio il tribunale dove verranno vagliate con attenzione tutte le testimonianze e la documentazione a disposizione della procura. Di certo c’è anche che l’avvocata Cristina Puddu, che assiste Cristian Cocco, avanza delle perplessità sulla competenza territoriale del tribunale di Oristano perché nemmeno sarebbe chiaro il luogo in cui sarebbe avvenuto il reato. Il cameraman, per il momento, non si è costituito parte civile, ma il tempo per farlo c’è ancora.