Discarica di Silì, dopo anni il Comune costretto a iniziare a pagare il conto. Si preannuncia salato
Solo 100mila euro per l’analisi del terreno, prima delle bonifica vera e propria
Oristano Un vecchio adagio recita “mai lasciare a domani quello che puoi fare oggi”. Al Comune di Oristano questa regola, però, sembra se la fossero dimenticata. Almeno nel caso della mai fatta bonifica della discarica di “Pauli Mattauri”, nella campagne di Silì. Rinviata per quasi un ventennio, l’operazione ora potrebbe costare molto salata alle casse municipali dalle quali, tanto per iniziare, dovranno uscire circa 97 mila euro per il solo progetto di bonifica del terreno. Tutto a seguito di due sentenze, una del Tribunale civile di Oristano, l’altra del Tar, dove, in entrambi i casi, il Comune è risultato perdente. Meglio andare per gradi.
Negli anni '80 il Comune prese il terreno di Pauli Mattauri, in concessione dal proprietario, Gavino Porcu, per realizzarci un deposito di materiali inerti. L’obiettivo era sfruttare la conformazione concava del terreno, colmarlo con gli inerti e poi stendere sopra un abbondante strato di terra vegetale di buona qualità , così da poter ripristinare la funzione agricola del lotto. Qualcosa però va storto, la discarica diventa ricettacolo per rifiuti di ogni genere, anche inquinanti, e alla fine il Comune pensa di potersene liberare con una semplice colata di terra generica.
Nel 1999, assistito dagli avvocati Enrico, Pier Luigi e Elio Meloni, Porcu trascina il Comune in Tribunale. Dopo la bellezza di undici anni, arriva la sentenza che dà ragione a Porcu e condanna il Comune a pagare una cifra attorno ai 50mila euro e a ripristinare l'area. Il Comune però non fa nulla e anche i solleciti da parte del proprietario del terreno e dei suoi legali, cadono nel vuoto. Inizia una nuova disputa a colpi di carte bollate, dove il Comune propone al proprietario di negoziare una compravendita del terreno, cosa impossibile dato che prima il Comune deve ottemperare alla sentenza del tribunale Civile che gli impone di bonificare l’area. La cosa si trascina per anni.
A settembre dell’anno scorso, il Tar, su ricorso proposto da Gavino Porcu, rappresentato e difeso dall’avvocato Raffaele Soddu, emette una sentenza che impone al Comune di adempiere a quanto aveva già stabilito anni prima il Tribunale Civile di Oristano. Trascorre però il tempo e a questo punto, è ancora il Tar a nominare un commissario ad Acta (incarico affidato al responsabile dell’Ufficio amministrativo della Provincia, Raffaele Melette) con il compito di far rispettare due sentenze. Alla fine dello scorso gennaio, il commissario si insedia e avvia l’intera procedura. A febbraio, la Giunta stanzia 100 mila euro per dare avvio alle attività propedeutiche all’ottemperanza della sentenza.
Ad aprile è ancora il commissario ad acta a firmare la determinazione con la quale con la quale si è deciso di contrarre per l’affidamento del servizio di indagine geofisica, piano di caratterizzazione, indagini ambientali e progettazione definitiva per la chiusura della discarica post gestione. Servizio che attraverso una recente determinazione del commissario ad acta viene affidato ad una società esterna, la Ivi Petrolifera. Dunque siamo solo all’inizio di un iter che sarà lungo e sicuramente piuttosto oneroso per il Comune che dovrà trovare le risorse necessarie per la bonifica, stimate, già in fase civile, come superiori al milione.
Ancora non è chiaro come e dove saranno reperite le risorse finanziarie necessarie a porre rimedio a un pasticcio iniziato quarant’anni fa. Si annuncia insomma un brutto colpo per le già malandate casse comunali.