Mario Meloni racconta la sua Ardia: «Rincuorato dalle buone notizie sui cavalieri caduti»
Sedilo, la prima pandela si è esibita in una conduzione perfetta della corsa del mattino di domenica dopo gli incidenti di sabato sera
Sedilo L’esercito comandato dall’emulo di San Costantino ha professato il suo atto di fede cavalcando senza remore sui pendii assurti a metafora dello scontro tra il bene e il male e della vita stessa. Se sabato sera il percorso battuto da cavalli e cavalieri si era trasformato in un campo di battaglia, con cadute rovinose che hanno fatto temere il peggio per alcuni partecipanti, ieri mattina è stato teatro di un’Ardia ineccepibile. Le notizie confortanti che già nella tarda serata di sabato cominciavano a filtrare dagli ospedali hanno smorzato la tensione accumulata durante la notte. Più infausto il destino dei cavalli azzoppati. Uno è stato abbattuto mentre la sorte di altri due dipende dall’esito degli accertamenti.
Il sollievo provato per le condizioni dei compagni feriti ha dato così la spinta morale alle pandelas e al resto del corteo di misurarsi ancora una volta con le difficoltà e i pericoli della corsa per onorare il santo e la tradizione. Mario Meloni ha interpretato il ruolo di prima pandela in modo eccelso offrendo una prova superlativa. Imitato dai suoi scudieri, Michele Carboni e Costantino Atzas, il primo cavaliere ha condotto una corsa impeccabile dosando ardore, abilità e destrezza con il senso della misura. L’Ardia è scivolata via rapida e composta.
Al termine della cavalcata i volti dei protagonisti apparivano più distesi, complici la corsa riuscita e soprattutto favorita dall’epilogo positivo degli incidenti a catena che la sera precedente avevano lasciato sul terreno otto cavalieri e un addetto alla sicurezza. L’incolumità di chi sale in sella è il primo parametro con cui le pandelas misurano la riuscita della manifestazione. Più di ogni altro sentono il peso della responsabilità di chi partecipa. «Purtroppo è capitato l’imprevisto, l’importante è che tutto si risolva e, fortunatamente, non ci sono state conseguenze gravi», ha commentato Mario Meloni, che ha confessato: «Ero un po’ nervoso per quanto successo sabato, ma le notizie sulle condizioni non gravi dei cavalieri mi hanno rincuorato e la tensione è calata».
Le cause delle cadute di sabato ancora non sono chiare, ma molti parlano dell’imponderabile, di quella percentuale di rischio insita nella corsa che scavalla qualunque livello di sicurezza. «È l’Ardia, sappiamo tutti com’è. L’eventualità di un imprevisto va messa in conto», ha detto Fabrizio Delogu, una delle tre scorte. Il sindaco ha escluso inadempienze o inefficienze nel sistema di sicurezza riconducendo le cadute a fattori non controllabili. «Nulla si sarebbe potuto fare, gli animali sono stati sottoposti a visite e controlli preventivi, la pista era perfetta. Quando scendono i cavalli così compatti e a simili velocità, basta che uno tocchi l’altro e succede quello che nessuno vorrebbe», ha commentato Salvatore Pes, che ha aggiunto: «Il primo pensiero va ai cavalieri infortunati, a cui auguro una pronta ripresa, ma anche alle tre bandiere, che ieri e oggi hanno onorato al meglio il santo e la tradizione. Sabato hanno dimostrato coraggio decidendo di completare al passo il percorso processionale. Per un capocorsa che attende questo incarico per trent’anni non è facile, ma da qui si misura il valore dell’uomo».
«Oggi è andata bene e ci prepariamo ad affrontare l’ultimo atto della festa con uno spirito diverso, più sollevati. Sabato sarebbe potuta andare peggio ma il personale medico e infermieristico e tutte le forze di polizia hanno gestito in maniera ottimale la situazione», ha dichiarato la presidente dell’associazione Santu Antinu, Rita Nanu. Nell’omelia il parroco ha ricordato che la vita è una battaglia. «Bisogna affrontare tutto nella fede e con coraggio», ha affermato don Maurizio Demartis rivolgendo un pensiero ai cavalieri feriti: «L’incidente di sabato è stato pesante sotto l’aspetto emozionale che ci ha fatto riflettere e pregare. Ma oggi (ieri per chi legge, ndr) tutto si è svolto nel migliore dei modi e il clima più disteso ci ha aiutato a concludere bene la celebrazione e vivere bene quest’ultima parte della festa».
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