La Nuova Sardegna

Oristano

Il Centro marino internazionale

Sardegna regina delle ostriche: «La sfida è quella di ampliare il nostro mercato»

di Ilenia Mura
Sardegna regina delle ostriche: «La sfida è quella di ampliare il nostro mercato»

Viaggio alla scoperta dei laboratori della Fondazione dell’International marine centre di Torregrande a Oristano dove si allevano circa 40 mila esemplari all’anno

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Oristano L’ostrica è da sempre stata un cibo povero e in Francia (patria indiscussa della produzione e consumo in Europa) è considerata un prodotto relativamente comune, consumato come i ricci di mare in Sardegna. Il biologo Stefano Carboni, che guida un progetto sull'allevamento delle ostriche all'interno della Fondazione Imc di Torregrande a Oristano sostiene: «Recuperare l’idea che l'ostrica non sia solo un prodotto per le grandi occasioni aiuterebbe produttori, consumatori e le casse dello Stato».

Bottarga a parte, Stefano Carboni sottolinea che «la Sardegna è il principale produttore di ostriche a livello nazionale ed è prevedibile che questa posizione si consoliderà maggiormente nel prossimo futuro quando altre aree verranno autorizzate per la produzione». Ecco perché all’Imc di Torregrande si lavora anche per produrre le ostriche sarde: «La specie più diffusa negli allevamenti e sulle nostre tavole è quella del Pacifico (ostrica concava), importata dal Giappone fin dagli anni ’70. Esiste però un’ostrica nativa europea (ostrica piatta), poco allevata perché più complessa da riprodurre e con crescite più lente, che grazie alle caratteristiche organolettiche distinte e una certa “rarità” sui mercati, ad oggi rappresenta un’opportunità commerciale di differenziazione di prodotto particolarmente attraente».

Se nei mari freddi della Bretagna e dell’Irlanda questa specie impiega quasi cinque anni ad arrivare a taglia commerciale, i ricercatori della Fondazione, in collaborazione con i produttori locali, hanno visto che nelle più calde e ricche lagune della Sardegna i tempi sono più che dimezzati, fornendo un vantaggio competitivo su una specie di nicchia ad alto valore ecologico ed economico nei confronti del principale produttore mondiale: la Francia appunto. «Nei laboratori della Fondazione si producono circa 40mila giovanili all’anno per scopi di ricerca su allevamento e ripopolamento della specie». I progetti di ricerca hanno permesso ai ricercatori di progredire in maniera significativa le conoscenze sulla riproduzione e allevamento ed il ripopolamento delle ostriche in Sardegna. 

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