La Nuova Sardegna

Oristano

L’indagine

«Mamma aiuto», ecco come ha agito la banda della truffa del finto incidente a Oristano

di Enrico Carta
«Mamma aiuto», ecco come ha agito la banda della truffa del finto incidente a Oristano

I carabinieri hanno ricostruito il modo in cui è stata raggirata un’anziana a cui sono stati portati via 17.530 euro, tantissimi gioielli e la carta di credito

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Oristano È iniziato tutto con una telefonata alla persona giusta. I truffatori avevano scelto in maniera oculata la loro vittima. Anziana e sola, con l’altissima probabilità che entrasse nel panico e cedesse alle richieste fatte dai personaggi della messinscena con raggiro incorporato. C’era il finto carabiniere, c’era il finto avvocato e forse anche qualche altro ruolo interpretato dagli attori che però sono incappati nelle maglie della giustizia. La truffa del finto incidente era avvenuta lo scorso 9 maggio ha avuto il suo ultimo sviluppo con i domiciliari inflitti a un 31enne di Castel Volturno. Ora è più chiaro anche come abbiano operato i truffatori, smascherati dai veri carabinieri della stazione di Oristano e dal Nucleo operativo radiomobile della Compagnia.

Tutto era iniziato con una telefonata arrivata da un numero anonimo all’anziana alle 9 del mattino. Una persona che si era presentata come avvocato e amico del genero e della figlia, le aveva comunicato che era successo qualcosa di grave alla figlia dell’anziana e che le doveva passare al telefono un maresciallo. Quest’ultimo le aveva riferito che la figlia aveva poco prima investito un pedone che si trovava in fin di vita e lei si trovava a sua volta in ospedale per le cure. Non solo, l’aveva ulteriormente allarmata dicendo che rischiava dai 2 ai 5 anni di carcere e che la famiglia del pedone aveva richiesto un risarcimento immediato di 35mila euro.

Per essere ancora più convincente il finto carabiniere aveva fatto sentire un audio con quella che l’anziana aveva scambiato per la voce della propria figlia che implorava: «Aiuto mamma, aiuto». L’ulteriore passo era stato quello di informarsi se l’anziana avesse dei soldi in casa e, una volta appreso che aveva 17.530 euro, le aveva chiesto di recuperare anche tutti i monili d’oro in suo possesso così da arrivare il più vicino possibile ai 35mila euro. La telefonata si era chiusa con l’avviso che, di lì a poco, l’avvocato della figlia sarebbe passato a ritirare soldi e gioielli. Alle 10.30 il truffatore ha bussato alla porta e davanti a lui l’anziana aveva contato il denaro prima di consegnargli anche i gioielli. L’ultima mossa era stata quella di chiedere la carta di credito con il relativo codice, oltre al telefono cellulare, per poi congedarsi. Verso mezzogiorno la truffa era stata già smascherata: la vittima aveva ricevuto una chiamata dalla figlia preoccupata dopo l’arrivo di notifiche di prelievo di ben duemila euro. Ora i carabinieri indagano per arrivare a smascherare i complici e per capire se le stesse persone abbiano operato con azioni simili anche in altri casi di raggiro.

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