Multa per aver bloccato il trasporto delle pale eoliche, Bustianu Cumpostu: «Non pago, meglio andare in carcere»
L’indipendentista aveva partecipato al blocco stradale del 15 luglio scorso al porto industriale di Oristano-Santa Giusta: «Immorale dare un sostegno finanziario allo stato che tiene in sudditanza la Sardegna. Chiederò la conversione della sanzione in giorni di galera»
Oristano Dopo le denunce arrivano anche le multe. Il presidio dei manifestanti che a luglio aveva provato a bloccare il trasporto di componenti per il rinnovo delle pale del parco eolico di Villacidro sembrava essersi concluso con le sedici denunce. Invece c’è un’ulteriore coda a quell’episodio e sono le multe che sono arrivate a pioggia per una serie di persone coinvolte nel blocco stradale che dovranno pagare tra i 1.000 e i 4.000 euro. Tra questi c’è una delle figure più importanti dell’indipendentismo sardo, Bustianu Cumpostu che però annuncia che piuttosto che pagare preferisce che la somma venga tramutata in giorni di carcere che è pronto a scontare. Gli viene imputato il fatto di aver «ripetutamente ostruito fisicamente con il proprio corpo il transito di un convoglio di diversi automezzi e autocarri….sdraiandosi al centro della carreggiata».
Di fronte a questa ricostruzione, ironicamente reagisce così: «Nel leggere queste belle parole mi sono sentito un novello Enrico Totti che nella battaglia dell’Isonzo cercava di resistere all’assalto austriaco con il proprio corpo e la propria stampella, confesso, una vampata di orgoglio mi ha pervaso. Ho pensato subito che la Polizia di Stato, italiano, stesse dando merito ai presidianti del porto di Oristano, fino a quel momento angariati e trattati in modo disumano, per aver difeso la Sardegna dalla devastazione e la gente sarda dall’umiliazione ma la delusione non ha tardato a presentarsi poche righe più sotto nelle quali veniva comminata una sanzione amministrativa da € 1.000,00 a € 4.000,00. Dopo il sequestro dei gazebo, l’esclusione dal bar del porto, il divieto di fermata con rimozione nel piazzale del porto, per confermare il trattamento disumano ricevuto, arrivano anche le sanzioni pecuniarie, per aver armati del proprio corpo difeso la nostra e la loro terra dalla bardanatura energetica.
Come indipendentista ritengo immorale dare un sostegno finanziario allo stato che tiene in sudditanza la Sardegna e chiederò la conversione della sanzione in giorni di detenzione, meglio galera che è più appropriato, lo chiederò in lingua sarda naturalmente perché pur conoscendo l’italiano, per evitare di dire cose che mi potrebbero essere girate contro, chiederò di interloquire nella lingua con la quale penso, il sardo. Non sono l’unico ad essere stato sanzionato, molti presidianti hanno ricevuto lo stesso verbale, anche i presidianti disabili ai quali va tutta la mia ammirazione e solidarietà, e non solo mia, a compensare quella non ricevuta da chi ritiene di difendere i diritti dei sardi dagli scranni del governo regionale».