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Oristano, nove arresti e misure cautelari per violenza sessuale, maltrattamenti e stalking

di Enrico Carta
Oristano, nove arresti e misure cautelari per violenza sessuale,  maltrattamenti e stalking

Nelle ultime settimane la polizia ha eseguito una serie di interventi nei confronti di cinque uomini e quattro donne. Nel 2024 i provvedimenti legati ai reati da “codice rosso” sono stati ben trentadue, più di tre al mese

11 ottobre 2024
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Oristano Sono trentadue dall’inizio dell’anno. Dal 1° di settembre a oggi, venerdì 10 ottobre, sono state ben nove a carico di cinque uomini e quattro donne. Sono le misure cautelari e di sicurezza eseguite dalla polizia di Stato di Oristano su disposizione della procura della Repubblica  per reati da “codice rosso” come violenza sessuale, atti persecutori e maltrattamenti in famiglia. Sono tutte frutto di indagini lampo portate avanti dalla Squadra mobile e raccontano di una realtà preoccupante di violenza che si nasconde spesso tra le mura di casa. In alcune occasioni, i primi provvedimenti dell’autorità giudiziaria non sono stati sufficienti per mettere fine ai reati e così le vittime hanno dovuto nuovamente chiedere aiuto alle forze dell’ordine. L’esito è nelle misure cautelari cadute a pioggia in queste ultimissime settimane, in cui sono stati eseguiti un arresto in carcere, una custodia cautelare ai domiciliari, una misura di sicurezza con ricovero forzato in casa di cura e sei misure di allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento alla persona offesa con applicazione del braccialetto elettronico.

I fatti più gravi sono quelli legati a un episodio di maltrattamenti e a un abuso sessuale, reati commessi in ambiti completamente diversi. Uno è infatti avvenuto nel contesto familiare, l’altro in ambito lavorativo. Il primo dei due episodi ha visto protagonista un 49enne che da qualche tempo non si trovava più in città. Era stato allontanato da Oristano per via dei precedenti comportamenti verso la moglie, ma il divieto di avvicinamento non è bastato. Approfittando del fatto che il figlio della coppia fosse con lui in quel momento e che stesse telefonando alla madre, gli ha preso il telefonino e ha iniziato a proferire una serie di pesantissime minacce alla moglie che non poteva più frequentare dopo il provvedimento emesso qualche mese fa dal tribunale. È infatti accusato di essere responsabile di violenze domestiche e vessazioni durate anni, ma il fatto di dover indossare il braccialetto elettronico non sembrava averlo convinto dal desistere nei comportamenti violenti. Così, al telefono, ha detto alla moglie che si sarebbe tolto il dispositivo e l’avrebbe raggiunta per ucciderla e farla sparire. A quel punto sono scattate le ricerche e la polizia l’ha rintracciato a Orosei, dove è stato fermato e quindi portato in carcere.

È invece ai domiciliari il titolare di un’attività commerciale – non è stato comunicato il nome – ritenuto responsabile di una serie di violenze sessuali commesse in ambito lavorativo. È qui che avrebbe compiuto gli abusi e le molestie nei confronti di diverse giovani donne, alcune delle quali minorenni. Alla fine, una dopo l’altra l’hanno denunciato. Una volta che i riscontri sono stati sufficienti, per lui è scattata la misura cautelare.

Il divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico è stato invece applicato a due uomini e una donna, i classici vicini di casa che è meglio non avere accanto. Appartenenti a un unico nucleo familiare, si sarebbero infatti resi responsabili di atti persecutori nei confronti di una dirimpettaia alla quale avevano reso impossibile la vita in spazi comuni. I dispetti come quelli di sporcare il pianerottolo sarebbero stati la quotidianità, ma i comportamenti sarebbero stati anche più pesanti tanto da far rinchiudere in casa la vittima che, negli ultimi tempi, aveva anche timore di varcare la soglia per non incontrare i suoi incubi in carne e ossa.

L’alcol e l’uso di droghe sono invece all’origine di altri due casi. Il primo riguarda un giovane che risiede in provincia che è stato dapprima sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio poi alla misura di sicurezza del ricovero forzato in casa di cura: negli ultimi mesi si era reso responsabile di numerose violenze fisiche e psicologiche nei confronti della mamma e della nonna, tanto da essere allontanato da casa. Solo che si è rifatto vivo per chiedere del denaro, violando così il divieto di avvicinamento alle due signore. Questo ha portato all’arresto in flagranza e poi all’inasprimento della misura cautelare precedente.

Il secondo caso in cui l’alcol e gli stupefacenti hanno avuto un ruolo determinante è stato quello che ha coinvolto una donna e l’anziana madre, vittima per lungo tempo dei maltrattamenti perpetrati nei suoi confronti dalla figlia ormai incapace di gestire la propria situazione per via delle dipendenze. Dopo anni di vessazioni, la denuncia ha posto fine ai maltrattamenti. Altre due donne sono state al centro di questi ultimi provvedimenti: la prima è accusata di aver maltrattato l’anziano marito, reato per cui aveva già subito un precedente processo; la seconda avrebbe invece commesso le violenze nei confronti della figlia.

La cosa più allarmante è il conteggio totale. Dall’inizio dell’anno i casi sono ben trentadue. Significa che Oristano e la provincia, solamente per quanto riguarda gli interventi della polizia stanno viaggiando al ritmo di più di tre episodi da codice rosso al mese. Delle trentadue persone raggiunte da misure cautelari di questo tipo nel 2024, dieci sono finite in carcere, tre ai domiciliari, tre hanno avuto un ricovero obbligatorio in casa di cura e le altre sedici sono state colpite dal divieto di avvicinamento alla vittima con applicazione del braccialetto elettronico. Nei casi esaminati, trasversali per età e status sociale delle persone coinvolte, oltre alle violenze nei confronti di compagne, coniugi, figli, genitori e vicini di casa, fattore comune agli aggressori è stato frequentemente l’abuso di alcool e di sostanze stupefacenti.

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