La Nuova Sardegna

Oristano

L’emergenza

Crisi sanitaria, ecco il patto di ferro tra le Asl di Oristano e del Medio Campidano

di Alessandro Mele

	L'ospedale San Martino di Oristano
L'ospedale San Martino di Oristano

Protocollo di intesa firmato dai dg Angelo Maria Serusi e Giorgio Carboni

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Oristano L’unione fa la forza. Come strumento per combattere una crisi sanitaria senza fine, iniziano ad arrivare i protocolli di intesa tra le Asl sarde. È il caso della Asl 5 di Oristano e di quella del Medio Campidano che hanno appena sottoscritto un vero e proprio patto di ferro, triennale e rinnovabile, con il principale obbiettivi di contrastare le criticità.

E così, da quanto si evince anche dalla delibera pubblicata sul sito internet della Asl di Oristano, i due direttori generali Angelo Maria Serusi e Giorgio Carboni hanno deciso di mettere insieme le forze, ridotte all’osso, dei due poli con la speranza di riuscire, una volta per tutte, a rispondere adeguatamente alle esigenze dei cittadini. Un protocollo di intesa necessario visto che «il servizio sanitario sardo sta attraversando una crisi che minaccia la garanzia di equo accesso alle prestazioni sanitarie e che crea una diffusa apprensione nei cittadini – si legge nella nota della Asl 5 – e che la crisi del sistema nei territori di competenza delle parti è correlata alla insufficiente erogazione di servizi e che queste sono attribuibili alla diffusa carenza degli organici medici che investe la gran parte delle strutture ospedaliere locali e dei contingenti medici del territorio».

L’accordo porta con se anche dei buoni propositi: «Una sistematica e organica cooperazione tra le parti, strutturabile con la creazione di sinergie coordinate tra le proprie strutture di diagnosi e cura, può generare un miglioramento nell’erogazione di servizi e prestazioni – sostengono Angelo Maria Serusi e Giorgio Carboni –. Inoltre le parti intendono promuovere, sviluppare e sostenere l’integrazione delle proprie strutture organizzative e la condivisione di risorse impiantistiche, tecnologiche e tecnico logistiche e l’importanza di promuovere il confronto e la collaborazione al fine di individuare metodologie sinergiche di intervento per superare o comunque temperare le criticità».

Gli impegni presi dalle due Asl non sono certo di secondo piano, l’accordo prevede infatti l’integrazione delle risorse umane e strumentali sia in ambito ospedaliero che territoriale, l’unificazione temporanea delle strutture sanitarie, l’erogazione di prestazioni per gli utenti di entrambi i territori e la condivisione di strutture tecnologiche. Per garantire operatività concreta al protocollo, inoltre, le due Asl si sono impegnate a stringere eventuali altri accordi con l’assessorato regionale alla Sanità, i sindacati, l’Areus e le altre aziende sanitarie locali.

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