La Nuova Sardegna

Oristano

Il caso

Pasticcio Tari, le bollette del 2024 rischiano l’annullamento in quattordici Comuni

Pasticcio Tari, le bollette del 2024 rischiano l’annullamento in quattordici Comuni

Il mancato rispetto di una procedura potrebbe far scattare la procedura di invalidazione e quindi il rimborso per i cittadini con il ritorno alle vecchie tariffe

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Arborea Il primo allarme è partito da Arborea, poi il caso si è esteso a macchia di leopardo, interessando numerosi altri Comuni della provincia di Oristano. Ad accorgersi del passo falso che potrebbe rendere nulle tutte le cartelle della Tari del 2024 era stata qualche giorno fa la minoranza in consiglio comunale. L’inciampo sarebbe dovuto alla mancata pubblicazione sui siti internet del Comune e del ministero dell’Economia – Dipartimento Finanze, della delibera del consiglio comunale di approvazione delle tariffe del tributo che si paga per il servizio di raccolta dei rifiuti. Si direbbe che è solo forma, ma la forma negli atti amministrativi è spesso sostanza e così il tutto potrebbe avere delle ripercussioni notevoli nonché creare dei pesanti danni erariali. Ad accorgersi del pasticcio erano stati per primi i consiglieri del gruppo “Insieme per Arborea”, composto da Luca Montisci, Marco Pinna e Giovanni Marras. Verificando gli atti avevano notato che non era stato rispettato quanto stabilito dal ministero ovvero che le delibere delle tariffe della Tari vadano pubblicate entro metà ottobre sul sito istituzionale. Nel caso in cui questo passaggio non sia stato rispettato, la conseguenza sarebbe «l’inefficacia dell’atto amministrativo dello scorso anno. Pertanto si sarebbe dovuto procedere con il pagamento della tassa secondo le tariffe vigenti nell’anno 2023». In molti casi quelle del 2023 erano diverse e inferiori rispetto a quelle del 2024.

Poi i tre consiglieri erano andati avanti arrivando a sostenere che il Comune sarà obbligato a rimborsare i cittadini degli importi superiori pagati: «L’amministrazione dovrà modificare gli avvisi di accertamento già trasmessi ai contribuenti di Arborea e procedere a un nuovo invio, indicando le tariffe vigenti nell’anno 2023 e, di contro, effettuare il rimborso a coloro che hanno già adempiuto al pagamento del tributo comunale». Non è certo un’azione indolore perché «Gli ulteriori costi per la bollettazione e l’invio dei nuovi avvisi di pagamento e il mancato incasso della Tari, per 65.994 dato che il totale degli incassi per l’anno 2024 era di 666.579 euro, a fronte dei 600.585 nel 2023, palesano, di fatto, un possibile danno erariale per l’ente».

La bomba è esplosa quindi su Arborea, ma la deflagrazione ha mandato schegge sparse raggiungendo altri Comuni. Scoppiato il caso, le amministrazioni si sono messe subito a fare le verifiche opportune ed è saltato fuori che l’elenco degli enti che hanno saltato il passaggio obbligatorio della pubblicazione della determina sono svariati. Oltre ad Arborea, ci sono Fordongianus, Curcuris, Allai, Busachi, Mogorella, Montresta, Nureci, Ollastra, Ruinas, Senis, Sorradile, Tinnura, Villa Sant’Antonio e Villa Verde. Si può dire che vale il detto: «Tutto il mondo è paese», ma potrebbe non valere l’altro modo di dire: «Mal comune, mezzo gaudio», se si guarda il tutto dal punto di vista delle amministrazioni. Certo che ai cittadini, vedere arrivare un rimborso, farà invece molto piacere. Intanto si cerca anche il colpevole e gli occhi, forse ancora più che sugli amministratori e sulla giunta, sono puntati sui dipendenti. Sono loro a dover conoscere i passaggi formali e gli obblighi degli enti.

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