Al museo Diocesano arborense c’è Mìmesis di Marcello Simeone
Nella sala Mythos spazio al mondo della fiber art con la mostra dell’artista cagliaritano
Oristano Il museo diocesano Arborense di Oristano annuncia l’inaugurazione di Mìmesis, mostra personale dell’artista Marcello Simeone, che si terrà domani, sabato 25 gennaio alle 18 nella sala Mythos. La mostra sarà visitabile ogni mercoledì dalle 10 alle 13 e dal giovedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. A proporre nuove visioni e suggerire interpretazioni del magmatico mondo contemporaneo sarà l’artista cagliaritano Marcello Simeone, che delizierà il pubblico di appassionati con linguaggi provenienti dal mondo della fiber art. Tante opere di diversi formati e una installazione guideranno il visitatore in un viaggio «che riflette tutto l’esistenzialismo dell’artista. Assistiamo a un riscatto dell’arte nella sua funzione orientante e Marcello utilizza la costruibilità del bello per sottolineare la stessa mímesis che tutto sovrasta e confonde – spiegano i curatori della mostra Antonello Carboni e Silvia Oppo –. Avventurarsi nell’esperienza narrativa del lavoro di questo ermetico e raffinato artista, significa prepararsi moralmente a non lasciarsi abbagliare dalle luci della città, c’è sempre un velo che dobbiamo scoprire e non sempre al di sotto si cela il simbolo della prosperità che sembra attenderci e che ci celebra, ma troveremo forse, come nel film di Chaplin, quello spirito vagabondo e critico che sarebbe bene non abbandonare agli incantesimi dello sguardo». E ancora: «Pillola rossa per la verità, pillola blu per restare esattamente cosi come siamo. Ad offrircela non è, a caso con il nome del dio dei sogni, Morpheus del film Matrix, ma l’artista Marcello Simeone. Una pillola che è un proiettile – proseguono i due curatori –. Il fascino del colore, armonizzato nella lucente e sicura composizione delle strutture geometriche, sembra evocare dunque il volto di una società costituita sempre più da oggetti ammiccanti e travolgenti, ai quali vogliamo somigliare e non sappiamo rinunciare, ma soprattutto, nei quali inconsapevolmente spesso ci perdiamo». «Osservare le opere che l’artista ci offre – concludono – porta un comfort di gusto appartenente all’attuale ed elegante mondo pop, giovanile, sostenuto, colorato, fintamente informale. La trappola del narcisismo è implacabile, perciò, costellati di opere eccentriche, rifinite in modo magistrale e dense di sperimentazioni e contaminazioni artistiche».