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Oristano

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Puc vecchio e da cambiare: sì di ingegneri e architetti, i geometri invece dicono no

di Enrico Carta
Puc vecchio e da cambiare: sì di ingegneri e architetti, i geometri invece dicono no

Il dibattito dopo la proposta lanciata dai consiglieri comunali Umberto Marcoli e Maria Obinu

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Oristano Passato un certo periodo la si fa per le macchine. Perché allora non farla anche per il Piano urbanistico comunale? Si tratta della revisione che a gran voce hanno chiesto gli esponenti del gruppo di minoranza di Alternativa sarda e democratica, Maria Obinu e Umberto Marcoli, al termine dell’ultima seduta della commissione consiliare. Se il motore vuol continuare a funzionare ha bisogno di un controllo: il parere è politico, ma anche tra gli ordini professionali il pensiero fa breccia, in particolare è accolto con favore dai presidenti degli ordini degli ingegneri e degli architetti, Cristian Licheri e Aron Murgia, mentre il presidente del collegio dei geometri Fulvio Deriu è di parere opposto e preferisce usare le opportunità che il piano attuale mette a disposizione, semmai coordinando gli interventi con quelli possibili grazie ad altri strumenti urbanistici. Le prime sirene erano suonate alcuni anni fa, precisamente nel 2018, quando l’ex dirigente dell’Ufficio tecnico comunale, l’ingegnere Giuseppe Pinna, aveva parlato della necessità di rivedere il Puc ormai datato e trasformarlo con una maxi variante. Ora, con l’intervento dei due consiglieri comunali il dibattito riprende vigore.

Gli ingegneri Il presidente dell’Ordine degli ingegneri Cristian Licheri concentra la sua attenzione soprattutto sulle cosiddette zone di espansione, partendo da un presupposto: «Quindici anni sono tanti, sicuramente tutta la mappa delle zone di espansione va rivista. Ci sono molte lottizzazioni che sono state ultimate, altre sono in fase di edificazione, ma ci sono tantissimi terreni meno appetibili dove è assai probabile che non si costruirà mai. Il Comune, dopo cinque anni dall’approvazione del Puc, quindi già nel 2015, avrebbe potuto tornare indietro e riclassificare quelle aree come agricole. Ritengo che ora sia quanto mai necessario fare il punto della situazione su questo aspetto e fare chiarezza anche su altre norme che stanno creando troppe incomprensioni». Quindi affronta la questione dei prezzi lievitati in questi ultimi anni: «Non penso si possa addebitare al Puc il costo eccessivo delle case, così come la situazione ingessata del centro storico è legata a dinamiche che esulano da quelle strettamente comunali. È più riferibile all’assenza di incentivi da parte dello Stato e della Regione».

Gli architetti Non molto dissimile, seppure focalizzato anche su altri aspetti, è il parere del presidente dell’Ordine degli architetti, Aron Murgia, il quale parte da una premessa: «Il comune nel settembre 2024 ha portato all’attenzione della Direzione generale dell’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna per i provvedimenti di competenza la variante allo studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica dell’intero territorio comunale. A questo punto è auspicabile che sia avviata una discussione sulla revisione del Puc. Si può iniziare dalla redazione del documento che illustra la metodologia operativa e l’articolazione delle attività tecniche e amministrative da realizzare per l’adeguamento del Puc proprio alla variante del Pai. È auspicabile una revisione perché un piano urbanistico ha un orizzonte temporale di una decina di anni e penso che sia il caso di rivalutare alcune specificità di quello di Oristano. Ritengo sia stato un Piano coraggioso che ha sbloccato tanti interventi come quelli che hanno consentito la realizzazione del polo intermodale, della circonvallazione, del piano del litorale o della maxi variante Ivi. È un’ottima base di partenza, ora però va riconsiderato. Ci sono le zone di espansione da rivedere, ma l’aspetto su cui maggiormente mi concentrerei è il piano particolareggiato per Torregrande. Serve una riconsiderazione generale per garantire la giusta fruibilità alla borgata, considerando anche il lavoro di rifacimento del lungomare». Aron Murgia evidenzia poi un aspetto sempre legato alla borgata marina: «C’è una grande area di proprietà del Comune, a ridosso della pineta, che il Puc individua come zona di espansione per servizi turistici che è rimasta completamente esclusa da qualsiasi azione in questi anni. Penso che sia necessario intervenire lì collegando questo discorso a un serio e nuovo piano di utilizzo del litorale».

I geometri Chi invece difende il Piano urbanistico attuale è Fulvio Deriu che esprime il suo pensiero esclusivamente in qualità di presidente del Collegio dei geometri e non nella sua veste di consigliere comunale nonché presidente della stessa commissione all’Urbanistica in cui è stato sollevato il problema: «Parlare di revisione del Puc prima che sia approvato il nuovo Pai appare totalmente superfluo, in quanto si rischierebbe di impiegare a vuoto tempo e denaro pubblico. Ritengo che il Piano urbanistico, debba perseverare con l’espansione del territorio secondo un razionale uso del suolo, rivolto esclusivamente alle esigenze della collettività. Penso che le famiglie e i giovani necessitino di due componenti chiave, la stabilità economica e un’abitazione al giusto costo. La stabilità si ottiene individuando singolarmente le attività da realizzare, attraverso la cooperazione di tutte le istituzioni di categoria. Viceversa, il mercato abitativo, che oggi risulta sproporzionato rispetto alla capacità economica dell’individuo, può essere mitigato attraverso l’housing sociale o con l’edilizia cooperativistica quale reale e concreto ammortizzatore economico nella nostra città».

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