Stagno senza ricambio d’acqua, muoiono le vongole
L’allarme lanciato dal Consorzio Pesca Marceddì
Arborea L’appello è quello di salvare lo stagno di Corru s’Ittiri altrimenti c’è il rischio che si blocchi definitivamente la raccolta delle vongole. A lanciarlo è il presidente del Consorzio Pesca Marceddì, Antonio Loi. Le piogge degli ultimi giorni non hanno apportato benefici allo stagno che, privo di ricambio idrico, somiglia sempre di più a un pantano. «Sta diventando una palude», hanno sempre detto i pescatori che operano nello specchio d’acqua tra i più importanti a livello europeo, dove si pescano orate, spigole, saraghi, cefali e anguille, gamberi, vongole veraci e arselle cuore. L’eutrofizzazione sta progredendo velocemente creando enormi problemi non solo ambientali ma anche economici.
«Rischiamo di non poter più pescare e commercializzare le nostre vongole – dice allarmato Antonio Loi –. L’Asl ha comunicato che l’alto livello delle biotossine riscontrato anche negli ultimi campioni d’acqua analizzati, imporrà il blocco della raccolta. Se non si decidono a intervenire qui sarà un disastro».
Anche l’anno scorso dopo le analisi della Asl la vendita delle vongole venne bloccata imponendo al Consorzio il ritiro dal commercio e la distruzione di quintali di molluschi. Le vongole prodotte in queste acque sono tra i molluschi più pregiati e rappresentano una voce importantissima nei bilanci delle cooperative dei pescatori. Le ripercussioni economiche del blocco delle vendite e della raccolta furono fortissime: dai 500 mila euro di ricavato dell’anno precedente solo dalla vendita delle vongole, si passò a poche migliaia. «Quest’anno sarà pari a zero e tantissime famiglie si troveranno sul lastrico», dice Loi.
È trascorsa meno di una settimana dalla prima riunione del Tavolo di concertazione convocato dalla presidente della Regione, Alessandra Todde, per ascoltare i pareri, per la prima volta, dei rappresentanti del settore ittico e delle lagune sarde. Riunione che si era conclusa con l’impegno della Regione di porre da subito rimedio ai problemi di carattere idraulico delle lagune, utilizzando i fondi già a disposizione e coinvolgendo i Consorzi di Bonifica. Opere che i pescatori in realtà sollecitano da decenni, assieme alla modifica del sistema delle griglie. «Sono trent’anni che in questi stagni non si interviene per pulire i fondali e sistemare i collegamenti col mare. Senza ricambio idrico gli stagni non hanno ossigeno. L’anno scorso, soprattutto d’estate, ci sono state diverse morie – dice Loi – Non possiamo rinviare». Per il presidente del Consorzio serve un intervento di risanamento del canale di rifornimento: «canale che giace in stato di abbandono mentre le maree continuano ad ostruirlo. La Regione ci ha ascoltati. È urgente che le promesse si trasformino in fatti».