La Nuova Sardegna

Il caso

Ricette modificate con l’app e farmaci da sballo: così gli adolescenti rischiano la vita

di Gianni Bazzoni
Ricette modificate con l’app e farmaci da sballo: così gli adolescenti rischiano la vita

I giovanissimi accedono ai medicinali usando documenti modificati. Le segnalazioni arrivano dai genitori preoccupati dai comportamenti dei figli

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Porto Torres Due-tre campanelli d’allarme: alcuni ricoveri in ospedale per complicanze sospette e un arresto cardiaco per fortuna superato grazie alla tempestività dei soccorsi. Storie di adolescenti e genitori disperati che lentamente sono venute a galla e che giustificano la grande paura di mamme e padri che hanno fatto uscire i racconti dal chiuso delle loro case.

Succede che un numero crescente di adolescenti - maggiorenni e non - è diventato specializzato nel falsificare ricette dei medici che vengono modificate inserendo prescrizioni di psicofarmaci, in particolare Rivotril gocce, Tavor, Minias e Laroxil.

Una operazione che - a quanto pare - avviene con l’utilizzo di un’app sul telefonino e il gioco è presto fatto. Poi, quelli più coraggiosi (e maggiorenni) si recano in farmacia e si fanno consegnare il farmaco da ignari farmacisti (che agiscono in buona fede). La vicenda è stata portata ora all’attenzione dell’autorità giudiziaria con un esposto che è stato firmato dall’avvocato Sara Dettori che ha raccolto le segnalazioni di genitori preoccupati dai cambiamenti e dai comportamenti dei loro figli. «Ho depositato un esposto alla Procura ordinaria e a quella minorile – afferma il legale – per chiedere che venga presa in esame la situazione, per accertare la dimensione del fenomeno e per verificare se sono riscontrabili eventuali responsabilità. Il mio obiettivo - dopo avere parlato con i genitori che mi hanno contattata - è anche quello di sensibilizzare il maggior numero di persone possibile sul fenomeno che si sta registrando in città».

Secondo quanto emerso finora, i ragazzi con le ricette falsificate si presentano in farmacia e riescono a farsi consegnare i farmaci al costo di 1,40 euro. «Sono psicofarmaci che mischiati con le sostanze alcoliche diventano fortemente pregiudizievoli per loro – ha spiegato l’avvocato Sara Dettori – e la vicenda non riguarda solo chi falsifica le ricette e quindi è un po’ più avanti rispetto agli altri. Chi non arriva, infatti, a modificare le ricette e a recarsi in farmacia (soprattutto minori) per l’acquisto diretto, riesce a comprare gli psicofarmaci dagli altri amici e componenti del gruppo al costo di 10 euro».

Una situazione che mette in evidenza una attività diffusa di micro-spaccio che però risulta essere bene organizzata e comunque impostata in maniera tale da garantire anche un buon ritorno economico. «La dipendenza che sta creando l’abuso di questi psicofarmaci – dice ancora Sara Dettori – è molto seria. Dai racconti dei genitori emerge che ci sono stati diversi ricoveri con complicanze, e anche un arresto cardiaco. I ragazzi tendono a sottovalutare e minimizzare: lo considerano uno “sballo” legale. E proprio attorno a questo concetto occorrerà elevare ulteriormente l’attenzione, spero anche con interventi adeguati da parte degli ordini dei medici e dei farmacisti».

Il rito del consumo degli psicofarmaci in un mix con alcol e altre sostanze (non necessariamente alcolici) a quanto pare avviene anche con la scelta di luoghi fisici che sono punti di ritrovo abituali in città dove i giovanissimi si “sballano”. Tra i farmaci più utilizzati figura il Rivotril, una benzodiazepina che se assunta insieme all’alcol, porta allo spegnimento totale del cervello.

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