Sartiglia, diciannove stelle per la giostra dei falegnami
Le emozioni della corsa guidata dal componidori Salvatore Aru
Oristano Velocissimo, concentrato, mentre risaliva sa sea de santa Maria, quella che oggi è via Duomo, aveva alzato un poco la stella e l’aveva spostata verso destra. Sono le 14.29 e su componidori Salvatore Aru, quel ragazzo di trent’anni che sta vivendo per la prima volta nella vita l’onore più grande riservato a un sartigliante, regala al suo pubblico la prima grande emozione della giostra di martedì grasso. Con una cavalcata decisa, libera subito il boato di Oristano: il fiato del gremio di San Giuseppe e del pubblico era appeso al filo della tensione per la prima stella, una corda di violino tesa e palpabile quanto quel nastro che tiene l’agognato trofeo. Un momento infinitamente sospeso che si è trasformato in men che non si dica nell’eternità di grida scomposte e gioia. È di su componidori il primo centro della giornata: perfetto, da manuale, con il corpo dritto e il braccio proteso verso l’obiettivo. La curva di San Francesco accoglie le fasi finali della sua galoppata e mentre risale il percorso di via Duomo, acclamato dalla folla, sulla pista e tra gli spalti si vedono solo abbracci e mani verso il cielo. Il gremio si è riversato in pista, s’oberaiu majori Antonello Fenu e il delegato per l’arcivescovo don Tonino Zedda si abbracciano tra le lacrime.
La frenesia per un’apertura di giostra così intensa viene però brutalmente interrotta da uno stop di mezz’ora, che si aggiunge a l’ora di ritardo già accumulata: c’è uno spettatore da soccorrere, l’ambulanza va via ma sembra non tornare. Su segundu Stefano Spiga era già pronto ma deve tornare indietro, per poi finalmente ricevere il via libera alla discesa e andare a prendersi il suo tentativo alla stella. La fortuna decide di non baciarlo per un soffio, così come non entra la stoccata di su terzu, Antonio Giandolfi. Tocca a Diego Pinna componidori della domenica spezzare nuovamente il ritmo: la sua discesa conquista il bersaglio e può prendersi quegli applausi che non aveva potuto raccogliere durante la sua Sartiglia, nella giostra organizzata dal gremio dei contadini. Così è il suo oberaiu majori Gabriele Pinna ad avere l’onore di appuntagli al petto la stella d’argento. Il capocorsa poi fa risalire il percorso a una decina di cavalieri per volta, otto gruppi in tutto.
Ci vogliono 84 discese per eguagliare e superare le diciotto stelle benedette da san Giovanni. Stavolta sono diciannove di cui ben quattro sono d’oro grazie al primo centro conquistato già domenica: sono quelle di Salvatore Montixi, Gianluca Manunza, Federico Misura e il mancino Giancarlo Melis. Ancora, le stelle d’argento conquistate sono quelle di Bernardino Ecca, Andrea Manias, Antonio Maldotti Davide Fiori, il mancino Luca Murtas, l’unica donna a centrare il bersaglio Sonia Cadeddu, Alessandro Cester, Claudio Tuveri, Davide Cingolani, Filippo Sechi, Fabrizio Sannia, Roberto Serra, Alessio Matzutzi.
Alle 17.30, ovvero un’ora oltre la tabella di marcia, il capocorsa del gremio protetto da san Giuseppe impugna su stoccu, il bastone di legno che sostituisce la spada nelle discese finali, ma è troppo prudente e manca il bersaglio. Concede l’onore della replica a su terzu Antonio Giandolfi, ma anche lui rimane a secco. Cinque minuti più tardi, con gli ultimi raggi di sole che battono sul percorso, sa remada è uno spettacolo: Tore Aru si abbandona al suo destriero, schiena contro la sella, e la sua benedizione si propaga per tutta via Duomo. Non c’è quasi più tempo, bisogna correre in via Mazzini. Su componidori si rimette alla testa del corteo con il suo portamento elegante, su segundu e su terzu al suo fianco con il costume di Oristano in versione nera.