Bosa, stop all’ormeggio selvaggio lungo il fiume
L’amministrazione comunale chiede una nuova concessione al demanio per sei mesi all’anno
Bosa Sullo sfondo il borgo medievale, il ponte in trachite, la cattedrale e in cima al colle di Serravalle uno dei castelli meglio conservati in Sardegna il panorama dalla sponda sinistra, mentre da quella destra si può ammirare lo scenario di archeologia industriale delle Conce. Questo il panorama dall’unico fiume navigabile della Sardegna, a valle, segnato però da quella che il sindaco Alfonso Marras e le opposizioni in consiglio comunale reputano «Una situazione di anarchia»: è l’eufemismo utilizzato quando lo sguardo si rivolge alla situazione ormeggi. L’obiettivo è quindi regolamentare, anche sotto il profilo delle imbarcazioni che potranno stazionare in quest’area, l’ormeggio e rendere giustizia ad uno degli scenari forse tra i più fotografati in Sardegna, spesso cartolina per promozioni di livello nazionale e internazionale.
Nella seduta del 18 marzo passa quindi la “mediazione” tra quanto richiesto alla Regione nel 2018 e quanto, alla luce degli appunti in tema di sicurezza ancora da affrontare in questi quasi sette anni, è per ora possibile realizzare. Cioè la domanda al demanio regionale di ottenere una concessione per questo tratto fluviale non più dal ponte in trachite alla foce del Temo, ma nel tratto fra lo storico attraversamento da via Roma al Lungotemo de Gasperi e l’area poco oltre il ponte pedonale “Della pace” sulla sponda destra del fiume, per sei mesi alll’anno per cinque anni.
La risposta che attendono dal Comune a questo punto è per un esito positivo della richiesta, si vedrà poi la somma che i cittadini, attraverso le casse comunali, dovranno spendere annualmente e per il lustro indicato, attenuata se non cancellata dal pagamento che sarà richiesto a chi vorrà ormeggiare in questo scenario. Chiuso il capitolo richiesta di concessione infatti si aprirà l’iter per l’approvazione di un apposito Regolamento da applicare in quest’area. Con già qualche spunto ben chiaro: tariffe per il posto barca, con priorità e attenzione ai pescatori professionisti e, altra novità, non si potrà più ormeggiare il natante trasversalmente al corso della corrente ma “all’inglese”, cioè le barche potranno stazionare parallele alle sponde. Azioni che per il sindaco Alfonso Marras «Rappresentano una svolta per la città di Bosa e per le finalità turistiche», preludio all’arrivo insomma di «Regole certe e trasparenti che mettono fine all’anarchia che ha regnato negli anni in questo ambito fluviale».
Per il sindaco «Il Temo è una risorsa ambientale, turistica ed economica e come tale deve essere utilizzata al meglio, a vantaggio di tutta la comunità». Ergo: «Fissare regole e modalità di utilizzo di questa risorsa significa anche sottrarre le sponde del fiume al degrado nell’attesa che siano completate le opere di difesa dal rischio idrogeologico predisposte dalla Regione» conclude Marras.