«Candelarzu», festa dei bambini
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A Benetutti domani si svolgerà lantica questua dei bambini A Benetutti domani si svolge l'antica questua
30 dicembre 2011
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BENETUTTI. È una tradizione antica che ancora resiste, malgrado tutto. A Benetutti lo chiamano "Su candelarzu", in altri paesi "sa candelarìa", ma cambia poco. Si svolge il 31 dicembre, l'ultimo giorno dell'anno. Dalle prime ore del mattino i bambini fanno il giro delle case di tutto il paese con una federa di cuscino sulle spalle. Mano a mano che la giornata va avanti il "sacco" si riempie di dolci, frutta secca, caramelle, cioccolati, qualche soldo. Tutte i portoni d'ingresso rimangono socchiusi, le ore sono ritmate dai campanelli che suonano, dalla voce dei bambini che dice «A su candelarzu», dalle federe che a ogni casa vengono aperte e richiuse e dalle mani delle donne che pescano ogni cosa dai canestri e dai contenitori lasciati apposta dalla sera prima. Quest'usanza è diffusa non solo in paese, ma anche nel circondario e in alcuni paesi dell'interno come Orgosolo e si svolge più o meno con le stesse modalità. Rispetto al passato sono cambiate alcune cose. La modernità ha in qualche modo aggiornato questo antico rituale che sembra si leghi ai riti propiziatori del solstizio d'inverno appena passato. Tra i doni offerti in passato c'erano infatti, "sas rughittas", piccoli pani a forma di croce e "s'accheddu", piccoli bastoncini fatti sempre con il pane con la punta a spirale e il pane de "su capidu e s'annu", di forma ovale con "sas ficcas" per buon augurio, dodici fori e altrettanti anellini, come a simboleggiare i mesi dell'anno che sta per arrivare. Di tutto ciò oggi rimangono solo "sas rughittas", preparate soprattutto dalle persone più anziane e più legate alla tradizione. Il lungo via vai dei bambini dura sino a mezzogiorno, massimo all'una, ma capita di rado di sforare l'orario. Per loro è una festa: spesso infatti percorrono le strade di Benetutti a gruppetti: maschi e femmine che arrivano sino ai dieci anni circa. Poi si "diventa grandi" e non va più bene. Gli adulti in questa tradizione fanno solo da spettatori o versando caramelle e dolci nel sacco, oppure accompagnando i più piccoli nelle case. Lungo il tragitto sono permesse le soste e spesso e volentieri quando "il sacco" è pieno ma la giornata non è ancora finita si porta tutto a casa, oppure dai parenti che stanno lungo il percorso. Una sorta di "pit stop", giusto il tempo di svuotare la federa e riuscire per strada. Secondo la tradizione, se i bambini escono da una casa a mani vuote, si avrà un anno di carestia. Per questo una volta fatto il bottino pronunciano la frase «a medas annos». Un augurio di prosperità per il futuro più prossimo. (f.b.)