La Nuova Sardegna

Alfa-Alfa, un uomo al centro di mille misteri

Alfa-Alfa, un uomo al centro di mille misteri

Svelò ai magistrati calabresi l’esistenza di una potentissima organizzazione massonico-criminale

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SASSARI. Quando nel 1987 il suo nome salì alla ribalta delle cronache, i cronisti lo definirono un uomo «inquieto e inquietante». Aldo Anghessa era stato accusato di un traffico internazionale di armi dopo il sequestro, a largo di Bari, della nave libanese Boustany I carica di armi e droga. Lui si costituì e disse di essere un agente provocatore dei servizi segreti. Circostanza che venne confermata dal direttore del Sisde che disse: «Anghessa è un nostro collaboratore». Finì poi impigliato in altre inchieste nel 1990 e nel 1994 sempre per traffici di armi, di droga e per la commercializzazione di Cct falsi.

Nel 1987 rilasciò un’intervista al settimanale Europeo nella quale diceva: «Ho lavorato per i servizi segreti del mio Paese. Sono un agente operativo, molto intrigante. Però, attenzione: l’intrigante sommo non sono io. È Francesco Pazienza, un uomo molto rispettato negli ambienti dei servizi segreti, molto più abile di me soprattutto nei salotti, nei rapporti politici».

Anghessa ha vissuto per anni in Svizzera e ha girato mezzo mondo: Libano, Yemen, Afghanistan, Nigeria. Ecco come raccontò all’Europeo il suo reclutamento negli 007: «Avevo una stanza fissa all’Hotel Riviera di Beirut. E proprio al Riviera un giorno si presenta Stefano Giovannone, il famoso agente segreto del Sismi (legatissimo ad Aldo Moro ndr). Mi dice: “Lei, Anghessa, mi sembra un tipo in gamba, perché non ci dà una mano?”. Così cominciò la mia collaborazione con i servizi.

Per molti magistrati Anghessa sarebbe però un personaggio poco affidabile. Qualcuno lo definisce addirittura un faccendiere.

Ma Anghessa impressiona il sostituto procuratore Francesco Neri della procura di Reggio Calabria, che si occupa delle “navi dei veleni”. Nomi, date, società: l’agente “Alfa Alfa” è spaventosamente preciso. E rivela un mondo nascosto di traffici di armi, di rifiuti radioattivi i stupefacenti e di titoli di Stato. «Tutto è controllato - dice - da un livello intelligente con soggetti di classe sociale elevata, di abitudini raffinate, riconducibili a logge massoniche più o meno segrete». Parla della Loggia Montecarlo, ma anche di centri a Ginevra e a Marbella. Un filo che porta lontano. Forse, fino alla morte di Ilaria Alpi. (pm)

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