La Nuova Sardegna

un villaggio turistico dalla storia tormentata

Su quei terreni i progetti di Baroudi per ville e golf

ALGHERO. Doveva essere il nuovo Eldorado della Riviera del Corallo. Almeno nelle intenzioni dei finanzieri franco libanesi del gruppo Baroudi, proprietari dei terreni dove è stato realizzato l'hotel...

14 maggio 2013
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ALGHERO. Doveva essere il nuovo Eldorado della Riviera del Corallo. Almeno nelle intenzioni dei finanzieri franco libanesi del gruppo Baroudi, proprietari dei terreni dove è stato realizzato l'hotel Baia di Conte, che negli anni Ottanta avevano presentato al Comune diversi progetti in quell'area. Compreso un intervento di riqualificazione e della vicina Villa Mugoni.

Eldorado che prevedeva un campo da golf e un consistente quantitativo di ville padronali. Il gruppo – la società si chiamava Interfininvest con sede legale a Lussemburgo – dopo anni di trattative decise di mollare anche per la netta opposizione della amministrazione comunale alla guida della città in quegli anni.

La nascita del Baia di Conte fu accompagnata, in quegli anni, da un vero e proprio abuso edilizio. In fase di realizzazione l'impresa aveva realizzato oltre cinquemila metri cubi in eccedenza rispetto al progetto originario. In pratica era stato chiusa una porzione del piano terra con conseguente aumento dei volumi .

Nacque un contenzioso con il Comune di Alghero – sindaco dell'epoca era il comunista Enrico Loffredo – che si concluse con una pesante sanzione a carico della Interfininvest concordata in circa cinque miliardi di vecchie lire. (g.o.)

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