«Un mosaico composto di ricordi»
La curatrice: «Ho lavorato nel solco di una delle sue storie, quella di Tullio Saba»
Questo volume nasce con lo scopo di rendere omaggio a uno dei più grandi scrittori che la Sardegna abbia mai avuto. A vent’anni dalla sua scomparsa ho pensato che il modo migliore per onorare Sergio Atzeni fosse tentare di percorrere il suo stesso cammino. Ho dunque seguito quelle tracce che, così nitide anche per chi non l'ha conosciuto di persona, risultano immortalate nei suoi testi.
Sergio Atzeni si è distinto all’interno della letteratura sarda (e italiana) da vari punti di vista: l'inserimento del sardo parlato all'interno del testo, che crea una commistione con l'italiano quotidiano; la perenne presenza del ritmo; il particolare significato che l'autore dà al tema della memoria. A quest’ultimo soprattutto è dedicato il romanzo “Il figlio di Bakunìn” (1991, Edizioni Sellerio, 132 pagine, 8 euro), la cui struttura questo volume si propone di emulare.
“Il figlio di Bakunìn” è la storia di Tullio Saba, minatore dai ferventi ideali politici. Il narratore tenta di ricostruirne la figura intervistando coloro che l'hanno conosciuto direttamente, o che hanno sentito parlare di lui in paese. Un testo complesso, una sinfonia corale che, tra registri alti, medi, bassi, riesce a ricostruire la memoria collettiva, confusa e contraddittoria. Da ogni testimonianza, infatti, emergono dettagli che smentiscono quelli precedenti, in un confluire di argomentazioni che ci raccontano non la vita della persona, bensì quella del personaggio: Tullio Saba, con tutte le sue bizzarrie, è uscito dagli schemi di compaesano qualsiasi per trasformarsi in mito, leggenda, opera letteraria.
Allo stesso modo noi proveremo a ricostruire il personaggio Sergio Atzeni: un autore peculiare, particolare come persona ancora prima che come scrittore. Un personaggio, appunto, rimasto nella memoria dei cagliaritani e di coloro che l'hanno conosciuto, amato, studiato, snobbato.
Il volume è dunque diviso in due parti: la prima, molto breve, è una prefazione che vuole dare qualche notizia sull'autore e illustrare l'atipicità del concetto di storiografia nei romanzi di Atzeni. Proprio nei romanzi, infatti, il resoconto degli eventi diventa tutt'uno con lo sforzo della memoria, delineando dei confini non netti: ogni storia è composta dal ricordo, dall'aneddotica, dall'affabulazione, tanto da relegare in un secondo piano il dato meramente storico.
La seconda parte è il cuore di questo volume ed è composta da diciotto interviste fatte a parenti, amici, conoscenti, che ci raccontano il Sergio Atzeni che ricordano. Alle loro voci si alternano quelle di alcuni studiosi che, pur non avendo conosciuto direttamente l'autore, si sono trovati a studiarlo e a ricostruire loro stessi parte di quel personaggio che andremo a scoprire in queste pagine.
© CUEC EDIZIONI 2015