La Nuova Sardegna

La guerra dei poeti sardi finisce in tribunale

di Sergio Secci
La guerra dei poeti sardi finisce in tribunale

Versi contesi tra Porcheddu di Posada e Tzellachinu, vice sindaco di Orune rinviato a giudizio

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NUORO. Finisce in tribunale la guerra dei poeti sardi. Uno scontro aperto senza precedenti attorno ai versi in limba contesi tra il poeta dialettale di Posada Ignazio Porcheddu e Pietro Pittalis, figlio del defunto poeta dialettale di Orune Giovanni Francesco Pittalis noto Tzellachinu. L’accusa, però, stavolta non è quella di plagio che ha scaldato gli animi in questi ultimi anni, ma di diffamazione a mezzo stampa. E a finire sotto processo è l’attuale vice sindaco di Orune, Ciriaco Mula, ex consigliere provinciale capogruppo di Forza Italia.

La prima udienza è fissata per il prossimo 8 gennaio con Mula che dovrà rispondere delle sue dichiarazioni rilasciate in seguito alla querelle che vide contrapposti Porcheddu e il figlio di Tzellachinu. La storia era nata nel 2011 quando per presentare le Cortes apertas, il Comune di Orune usò alcuni versi di una poesia attribuita a Giovanni Francesco Pittalis, morto nel 1974. Ignazio Porcheddu lesse quei versi, si accorse che erano suoi e spedì al Comune del Paese del vento il testo originale, “Manos istraccas”, premiato a Nuoro nel 1986 proprio da Pietro Pittalis, allora presidente del Premio San Giovanni Battista. La vicenda sembrò chiudersi con tanto di scuse dell’amministrazione orunese per l'inconveniente, ma gli interventi di Ciriaco Mula e di Peppe Montesu (consigliere comunale a Nuoro) a supporto di Pittalis con il “ritrovamento” di un manoscritto datato 1954 riaprirono la querelle e la vicenda proseguì prima con una denuncia al giudice di pace per verificare chi stia affermando il falso e poi al tribunale a Sassari dove Porcheddu, tramite l’avvocato Alessandro Luche, ha presentato un dettagliato dossier che ha portato al rinvio a giudizio di Ciriaco Mula. Secondo il legale di Porcheddu, gli interventi dell’ex consigliere provinciale attraverso una lettera pubblica e alcuni post su Facebook sono chiaramente diffamatori.

«Mi sono sentito profondamente toccato dalle dichiarazioni di un politico che non ha alcun titolo per affermare che la mia poesia sia copiata – dice amareggiato Ignazio Porcheddu, uno dei poeti più conosciuti e apprezzati di tutta la Sardegna –. Mula, senza curarsi di appurare la verità dei fatti, mi ha accusato di plagio, di essere un copista e addirittura di far parte di un sistema che da ciò trae vantaggio e profitto. Accuse – conclude – che hanno gettato discredito sulla mia persona mentre le esternazioni sui social network, hanno fatto sì che altre persone mi hanno tacciato di aver copiato. Non desideravo certo arrivare ad un processo – conclude il poeta –, avevo chiesto che fosse appurato che la consegna al Comune di Orune della mia poesia attribuita a Tzellachinu fosse frutto di un errore materiale, poi si è invece scatenata questa bagarre dove mi sono ritrovato ad essere io l’accusato».

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