La Nuova Sardegna

Portaborse, non più solo dipendenti pubblici

Portaborse, non più solo dipendenti pubblici

La commissione riforme approva la proposta di legge. Ogni consigliere ha a disposizione 60mila euro

15 novembre 2019
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CAGLIARI. Una volta erano i portaborse, ora li chiamano collaboratori e, stando alla legge, ognuno dei 60 consiglieri regionali può averne uno di fiducia. Finora però finora i Gruppi politici potevano ingaggiare solo dipendenti di altre amministrazioni pubbliche, i cosiddetti comandati. Finora, perché ventiquattr’ore fa la commissione riforme ha approvato una proposta di legge che di fatti apre le assunzioni anche agli esterni. A presentarla è stato il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, a votarla i consiglieri del centrodestra. Contrari il centrosinistra e i Cinque stelle, ma in commissione avrebbero dato comunque il loro contributo per migliorare il testo, che ora dovrà essere approvato dal Consiglio.

Cosa prevede. I Gruppi politici hanno da tempo a disposizione un budget di 60mila euro lordi l’anno per ogni consigliere che vuole assumere un collaboratore. L’importo è destinato proprio alle assunzioni a tempo determinato, cioè fino all’ultimo giorno di legislatura. Se i collaboratori sono dipendenti pubblici il Consiglio non fa altro che pagare lo stipendio ai comandati al posto dell’ente di appartenenza. Infatti può anche capitare che servano due quote (60mila più altre 60mila) per un dirigente della Regione distaccato in Consiglio. Oppure le quote possono essere spese per i collaboratori esterni. Ora con la nuova legge, almeno stando a chi l’ha proposta, dovrebbero essere più trasparenti le regole d’ingaggio.

Le clausole. Alcune sono vecchie, altre nuove. Alla prima categoria appartiene quella fondamentale: dovrà essere sempre il curriculum a «garantire la comprovata professionalità ed esperienza dell’aspirante collaboratore». Ma si sa: resteranno comunque nomine fiduciarie e politiche. Una clausola invece tutta nuova è questa: fra consiglieri e collaboratori «non potranno esserci relazioni di parentela fino al quarto grado». Il che vuol dire: fratelli, figli e nipoti non potranno essere assunti. Poi c’è questa: i contratti saranno firmati solo dal Consiglio regionale e quindi i Gruppi non gestiranno quote e soldi. Infine, c’è l’impegno che il tetto dei 60mila di stipendio per ogni consulente sia abbassato, con un risparmio (ora solo presunto) per le casse pubbliche.

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