La Nuova Sardegna

Licia Colò: «No alla plastica in spiaggia: bravi i Comuni sardi»

Alessandro Pirina
Licia Colò: «No alla plastica in spiaggia: bravi i Comuni sardi»

La conduttrice tv: «Il mare è la punta di diamante dell’isola, va salvaguardato. Greta viene attaccata perché fa paura. Io in politica? Non potrei, serve equilibrio»

31 dicembre 2019
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SASSARI. Trent’anni fa è salita sull’Arca di Noè e non è più scesa. Da allora Licia Colò è il volto della tv che parla di natura e ambiente, di mondo da scoprire e pianeta da salvare. Lo ha fatto prima a Canale 5, poi per anni in Rai, ora si divide tra Tv2000, l’emittente dei vescovi, e La7. Cambiano i palcoscenici, ma non il messaggio della conduttrice, che ha iniziato ad affrontare questi temi quando non erano popolari come oggi. Ai tempi non era di moda parlare di ambiente, lotta all’inquinamento, cambiamenti climatici, ma lei lo faceva ugualmente rivolgendosi alla sua nicchia di telespettatori che piano piano sono diventati maggioranza. E oggi quei temi che venivano considerati marginali sono al centro del dibattito politico, e non solo, perché da essi dipende il futuro dell’umanità. E il successo di Greta Thunberg ne è la dimostrazione.

Nel 1989 lei abbandonò l’intrattenimento per parlare in tv di natura. Cosa l’ha spinta?

«È stato il desiderio di indirizzare la mia vita. Avevo avuto la fortuna di entrare nel mondo della tv, ma facevo cose che mi capitavano. A un certo punto mi sono chiesta che cosa mi interessasse davvero, perché se poi per lavoro fai qualcosa che ami non è più lavoro. E così ho fatto una prima prova, è andata bene e non mi sono più fermata».

L’arca di Noè, Geo, il Kilimangiaro, Il mondo insieme, Niagara, fino a Eden. Con i suoi programmi ha fatto conoscere il mondo ai telespettatori. Il suo lavoro può essere considerato una missione?

«Ma no, missione mi sembra una parola grossa. I missionari sono persone che si dedicano a qualcosa con grandi sacrifici. La mia è una passione che ho cercato e sono riuscita a realizzare».

Greta Thunberg è il simbolo della battaglia contro i cambiamenti climatici: perché tanti attacchi nei suoi confronti?

«Non me li spiegherei se non fosse che nel nostro tempo ci sono tante persone squallide. Oggi c’è chi si permette di insultare i disabili o la senatrice Liliana Segre che è stata in un campo di concentramento. C’è molta cattiveria in giro. Purtroppo anche i media contribuiscono. Perché se tu accetti che in tv ci siano insulti, aggressioni, urla stai sdoganando la violenza. C’è una rabbia incomprensibile che porta tanti imbecilli a prendersela anche con una ragazzina che ha la forza di un panzer. La verità è che Greta è riuscita a portare 500mila persone in piazza a Madrid e per questo fa paura».

Ogni tanto si fa il suo nome come candidata alle elezioni. L’ultima volta qualche mese fa con il M5s: ha mai pensato a una carriera politica?

«Mai, ma perché io non sono una politica. A mio avviso la politica è una professione e non tutti possono farla. Io verrei cacciata subito, perché per fare il politico serve equilibrio, devi cercare il punto di incontro. Io non ci riuscirei, meglio continuare a fare il mio lavoro».

È stata anche protagonista di tante battaglie: se fosse ministro dell’Ambiente quali sarebbero le priorità per l’Italia?

«Innanzitutto, devo dire che conosco il ministro Sergio Costa e lo trovo particolarmente valido. Una persona con un curriculum di grande rispetto che tenta di portare avanti le sue battaglie. Dico tenta, perché quando fai il politico - mi ripeto - devi trovare un punto di equilibrio. Prendiamo la legge sulla plastica: entro il 2021 saranno vietati piatti, forchette, coltelli. Ma non i bicchieri, che sono quelli più utilizzati. A me sembra una presa in giro, anche se comunque l’abolizione parziale è un passo avanti».

In Sardegna molti Comuni hanno deciso di eliminare la plastica usa e getta dalle spiagge: è l’inizio di una nuova era?

«Mi sembra un buon inizio, che ti fa capire anche come è cambiata la mentalità. Un tempo i terreni dell’entroterra erano considerati più pregiati di quelli sul mare. Oggi ci siamo resi conto di quale risorsa importantissima sia il mare per la Sardegna. Il fatto che i sindaci facciano un discorso plastic free in una terra che ha nel mare la sua punta di diamante è molto importante».

Ha dedicato tante trasmissioni alla Sardegna: ricorda la prima volta che è stata nell’isola?

«Io ho anche un po’ di sangue sardo, mia mamma si chiama Cappai e mio nonno era di Cagliari. La prima volta nell’isola avevo 20 anni e la girai in moto con un fidanzato di allora. È la Sardegna più bella che abbia mai visto. Eravamo in primavera, non c’era nessuno e il tempo era paradisiaco. Sono tornata altre volte per lavoro e per piacere, mi ha colpita tanto Alghero, ma quel giro in moto è stato unico. Ho sempre detto che lo avrei rifatto, ma non è ricapitato».

Bim bum bam, Festivalbar, Buona domenica: ha rimpianti per quel genere di tv?

«No, sarei morta professionalmente. Il varietà si basa sulle capacità, ma per una donna soprattutto sull’aspetto fisico. Non è un caso che oggi la superstar sia un sex simbol come Belen. Io ritengo sia più importante quello che dici di come appari».

Il 6 gennaio ritorna in tv con “Eden” su La7.

«Sarà un’impresa coraggiosa, avrò contro la lotteria e il Grande fratello. Ce la metterò tutta».

Tre luoghi del cuore da consigliare ai lettori della Nuova?

«Non suggerisco città perché non mi danno alcun tipo di emozione. Preferisco luoghi simbolo della natura. Innanzitutto, un viaggio in un parco nazionale africano, prima che diventino zoo giganteschi. Poi in Amazzonia, nel cuore del mondo. E, infine, nei ghiacciai del Nord Europa, prima che scompaiano come sta accadendo in Italia».

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