Hotel extra lusso, Rosewood sfida il Qatar
di Antonello Sechi
La società con sede a Hong Kong investe a Porto Cervo: un resort con vista sul golfo del Pevero
18 luglio 2020
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OLBIA. I quattro hotel realizzati da Karim Aga Khan e ora di proprietà del Qatar, da decenni meta e simbolo del turismo extralusso in Costa Smeralda, avranno presto un rivale. Cinese. L’annuncio arriva dal gruppo Rosewood Hotel & Resort, fondato a Dallas dalla figlia di un magnate del petrolio e ora di proprietà della società con sede a Hong Kong. L’hotel si chiamerà “Rosewood Porto Cervo” e aprirà nel 2022, con «65 camere, di cui 26 suite – spiega un comunicato – tutte caratterizzate da una vista spettacolare a 180 gradi sul Mar Mediterraneo e servizi curati in linea con i desideri di influenti viaggiatori di oggi». Non viaggiatori qualunque: la fascia alla quale “l’island resort” si rivolge, precisa l’annuncio, è quella del turismo ultra-lusso. L’albergo avrà quattro aree di ristorazione, bistrot, lounge bar, bar a bordo piscina e beach club. E, ancora, una Spa, piscina, centro fitness e molo privato. E i suoi clienti potranno «passeggiare nei lussuosi giardini del resort» e «sulle bianchissime spiagge della Costa Smeralda».
«A new building in a existing site», una nuova costruzione in un sito esistente, spiegano dagli Stati Uniti. Gli atti sono già stati depositati in municipio ad Arzachena: il nuovo superhotel nascerà al posto dell’hotel Le Ginestre, un quattro stelle con vista sul golfo del Pevero a poco più di un chilometro dalla celebre piazzetta, il cuore di Porto Cervo. Finora si è rivolto ai clienti medioalti della Costa Smeralda, non certo agli sceicchi, ai grandi finanzieri e ai vip americani, russi ecc., ai ricchi di tutto il mondo che da decenni trovano conforto nelle suite e nelle camere da mille e una notte del Cala di Volpe, del Pitrizza, del Romazzino e del Cervo.
Il gruppo Rosewood gestisce alberghi ultralusso in tutto il mondo, tra gli altri in Stati Uniti, Cina, Arabia Saudita, Abu Dhabi ed Europa, a Parigi e Londra e, in Italia, in Toscana e Venezia. Porto Cervo sarà, spiegano, la terza proprietà in Italia. L’operazione, oltre che dalla Rosewood, è firmata da un gruppo di investimento italiano, la Quianto Capital Limited, che si avvale della consulenza strategica di Enma Capital & Partner Limited del finanziere italo-svizzero Enrico Meneghetti. L’investimento trova porte aperte ad Arzachena. La filosofia urbanistica dell’amministrazione comunale guidata da Roberto Ragnedda è stata illustrata dallo stesso sindaco poche settimane fa al presidente della commissione regionale: il patrimonio edilizio costiero è invecchiato, non è più competitivo con gli standard internazionali, dunque bisogna demolire e ricostruire, operazione che rientra – è stato detto – nelle norme urbanistiche in vigore. Il 2022 è dietro l’angolo e l’avvio dei lavori non dovrebbe tardare. Per l’annuncio dell’approdo del gruppo di Hong Kong a Porto Cervo è scesa in campo l’amministratore delegato Sonia Cheng: «Rosewood Porto Cervo mostrerà la nostra ambizione visionaria e innovativa di creare resort unici nel loro genere attraverso la visione sofisticata e unica di Rosewood. Non vediamo l’ora di mostrare la filosofia A Sense of Place® del nostro brand con l’apertura di un lussuoso rifugio in Sardegna». Il resort-hotel, si legge in un altro impegnativo passaggio dell’annuncio ufficiale, è «destinato a diventare il nuovo punto di riferimento della vita sociale della Sardegna». Se non è una sfida, ci assomiglia molto.
«A new building in a existing site», una nuova costruzione in un sito esistente, spiegano dagli Stati Uniti. Gli atti sono già stati depositati in municipio ad Arzachena: il nuovo superhotel nascerà al posto dell’hotel Le Ginestre, un quattro stelle con vista sul golfo del Pevero a poco più di un chilometro dalla celebre piazzetta, il cuore di Porto Cervo. Finora si è rivolto ai clienti medioalti della Costa Smeralda, non certo agli sceicchi, ai grandi finanzieri e ai vip americani, russi ecc., ai ricchi di tutto il mondo che da decenni trovano conforto nelle suite e nelle camere da mille e una notte del Cala di Volpe, del Pitrizza, del Romazzino e del Cervo.
Il gruppo Rosewood gestisce alberghi ultralusso in tutto il mondo, tra gli altri in Stati Uniti, Cina, Arabia Saudita, Abu Dhabi ed Europa, a Parigi e Londra e, in Italia, in Toscana e Venezia. Porto Cervo sarà, spiegano, la terza proprietà in Italia. L’operazione, oltre che dalla Rosewood, è firmata da un gruppo di investimento italiano, la Quianto Capital Limited, che si avvale della consulenza strategica di Enma Capital & Partner Limited del finanziere italo-svizzero Enrico Meneghetti. L’investimento trova porte aperte ad Arzachena. La filosofia urbanistica dell’amministrazione comunale guidata da Roberto Ragnedda è stata illustrata dallo stesso sindaco poche settimane fa al presidente della commissione regionale: il patrimonio edilizio costiero è invecchiato, non è più competitivo con gli standard internazionali, dunque bisogna demolire e ricostruire, operazione che rientra – è stato detto – nelle norme urbanistiche in vigore. Il 2022 è dietro l’angolo e l’avvio dei lavori non dovrebbe tardare. Per l’annuncio dell’approdo del gruppo di Hong Kong a Porto Cervo è scesa in campo l’amministratore delegato Sonia Cheng: «Rosewood Porto Cervo mostrerà la nostra ambizione visionaria e innovativa di creare resort unici nel loro genere attraverso la visione sofisticata e unica di Rosewood. Non vediamo l’ora di mostrare la filosofia A Sense of Place® del nostro brand con l’apertura di un lussuoso rifugio in Sardegna». Il resort-hotel, si legge in un altro impegnativo passaggio dell’annuncio ufficiale, è «destinato a diventare il nuovo punto di riferimento della vita sociale della Sardegna». Se non è una sfida, ci assomiglia molto.