«Caos negli ospedali sardi, indaghino le Procure»
Esposti del Codacons in tutti i tribunali dell’isola: «Accertare se ci sono delle responsabilità»
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CAGLIARI. «Accertare eventuali ritardi, omissioni ed errori». È questa la frase forte che il Codacons ha scritto sui cinque esposti che ha presentato nelle cancellerie delle procure della Repubblica di Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano e Tempio. La richiesta finale è sempre la stessa: «Alla luce del caos – si legge – che sta travolgendo la sanità pubblica e quindi molti ospedali, sollecitiamo un’indagine per accertare se ci siano o meno delle responsabilità. Quanto sta avvenendo in questi giorni è assurdo e inaccettabile e dimostra la totale impreparazione dello Stato e delle Regioni nell'affrontare l'emergenza coronavirus».
La denuncia. «Molti reparti di terapia intensiva – scrive il Codacons nell’esposto – stanno andando verso la saturazione dei posti letto, i pronto soccorso sono al collasso e le ambulanze devono attendere ore prima di poter trasferire i pazienti neri reparti. È una situazione di caos generale ancor più grave - sottolinea l'associazione - se si considera che il virus circola in Italia da febbraio, e, nei mesi scorsi, sono state stanziate ingenti risorse pubbliche e privati, attraverso donazioni. Così come sono stati richiamati medici in pensione e avviati bandi speciali per assumere personale sanitario. Nonostante gli sforzi fatti, però, qualcosa non ha funzionato, come dimostra la situazione odierna di crisi delle strutture sanitarie». Obiettivo degli esposti, «accertare eventuali ritardi, omissioni ed errori da parte dello Stato e della Regione che abbiano contribuito a determinare le difficoltà che oggi caratterizzano gli ospedali».
L’allarme. Il Codacons non ha incertezze neanche nello scrivere: «Se poi, nei prossimi giorni, un solo cittadino non troverà posto nei reparti di terapia intensiva della Sardegna, scatterà una seconda denuncia per concorso in omicidio colposo nei confronti degli organi pubblici con richiesta di arresto verso i responsabili di un’emergenza sanitaria senza fine».
I precedenti. Le procure della Repubblica indagano da tempo su quanto è accaduto negli ospedali sia nella prima fase, durante il lockdown, sia nella seconda. Il caso più eclatante è l’inchiesta di Sassari , con sei indagati fra commissari straordinari e dirigenti dell’Ats e dell’Azienda universitaria per le undici morti nel reparto di cardiologia tra marzo e maggio.
La denuncia. «Molti reparti di terapia intensiva – scrive il Codacons nell’esposto – stanno andando verso la saturazione dei posti letto, i pronto soccorso sono al collasso e le ambulanze devono attendere ore prima di poter trasferire i pazienti neri reparti. È una situazione di caos generale ancor più grave - sottolinea l'associazione - se si considera che il virus circola in Italia da febbraio, e, nei mesi scorsi, sono state stanziate ingenti risorse pubbliche e privati, attraverso donazioni. Così come sono stati richiamati medici in pensione e avviati bandi speciali per assumere personale sanitario. Nonostante gli sforzi fatti, però, qualcosa non ha funzionato, come dimostra la situazione odierna di crisi delle strutture sanitarie». Obiettivo degli esposti, «accertare eventuali ritardi, omissioni ed errori da parte dello Stato e della Regione che abbiano contribuito a determinare le difficoltà che oggi caratterizzano gli ospedali».
L’allarme. Il Codacons non ha incertezze neanche nello scrivere: «Se poi, nei prossimi giorni, un solo cittadino non troverà posto nei reparti di terapia intensiva della Sardegna, scatterà una seconda denuncia per concorso in omicidio colposo nei confronti degli organi pubblici con richiesta di arresto verso i responsabili di un’emergenza sanitaria senza fine».
I precedenti. Le procure della Repubblica indagano da tempo su quanto è accaduto negli ospedali sia nella prima fase, durante il lockdown, sia nella seconda. Il caso più eclatante è l’inchiesta di Sassari , con sei indagati fra commissari straordinari e dirigenti dell’Ats e dell’Azienda universitaria per le undici morti nel reparto di cardiologia tra marzo e maggio.