La Nuova Sardegna

Pericolo scampato nella valle del Cedrino

di Valeria Gianoglio
Pericolo scampato nella valle del Cedrino

Il sindaco di Galtellì: «È andata bene, è stato un test per le opere realizzate dopo i danni di Cleopatra»

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GALTELLì. «Stavolta ce la siamo scampata. Almeno da queste parti, in pianura, nei paesi della valle del Cedrino, tutto sommato è andata bene. Per noi è stato una specie di test delle opere che abbiamo realizzato dopo il ciclone Cleopatra. E ha funzionato. Abbiamo imparato la lezione». Il giorno dopo la pioggia torrenziale che si è abbattuta sul Nuorese, e mentre i circa 300 sfollati del territorio tornano nelle loro case, il sindaco di Galtellì, Giovanni Santo Porcu, ringrazia il cielo, la perturbazione che ha cambiato direzione, l’ondata di piena dalla diga di Preda ’e Othoni che si è rivelata meno imponente del previsto. E ringrazia, soprattutto, i due chilometri di nuovi argini che hanno protetto il paese, i suoi residenti, le sue speranze di finire l’anno senza altre tragedie. Perché il Covid, in fondo, è già da solo un fardello più che sufficiente da affrontare. I telefoni trillano, tra le strade di Galtellì, le notizie corrono, le immagini dei detriti trafiggono i cuori. E gli sguardi sono rivolti verso la montagna e i bittesi colpiti in modo così duro dalla furia dell’acqua. «Come possiamo non pensare a loro? – ripete il sindaco Porcu – Noi ci siamo passati sette anni fa, e sappiamo cosa si prova e cosa serve in quei momenti. Servono fatti, non solo parole». Ed è per questo che da Galtellì verso Bitti ieri non si sono diretti solo i pensieri ma anche una squadra di volontari della Protezione civile con macchine idrofore e diversi altri attrezzi. «Perché situazioni come queste le abbiamo già vissute – ripete Porcu – Ma dall’alluvione del 2013 stiamo sempre attenti a fare ogni anno la manutenzione dei canali e la pulizia del Cedrino e del rio Sologo – spiega ancora il primo cittadino – la lezione dell’alluvione Cleopatra, insomma, Ha funzionato. Restano ancora da fare altre opere, altri aggiustamenti, certo. A cominciare da uno studio per far sì che sul rio Sologo non si riversi in modo così importante tutta l’acqua dell’agro. Ma ora rivolgiamo un pensiero affettuoso agli amici di Bitti. Giuseppe (il sindaco Ciccolini, ndr) non ha certo bisogno di consigli, ma sappia che tutta la nostra comunità gli è vicina ed è a sua disposizione».

E anche a Orosei, ieri, tira aria di pericolo scampato e superato senza grossi danni. «Il Cedrino si è abbassato e scorre finalmente dolce – spiega il sindaco Nino Canzano – abbiamo riaperto al traffico la statale 129 e anche la traversa Irgoli-Onifai. Le famiglie sfollate stanno tornando a casa. E quel che più ci conforta è vedere che i lavori realizzati dopo l’alluvione del 2013 sono serviti. L’aver sollevato di tre metri l’argine destro del Cedrino, si è rivelato prezioso. E sempre dal 2013, dopo il ciclone, insieme al Consorzio di bonifica, puliamo con regolarità i canali colatori. Ma adesso il nostro primo pensiero va agli amici di Bitti». E anche Irgoli il giorno dopo la furia del maltempo pensa alle opere da eseguire per mitigare il rischio idraulico. «Dobbiamo fare le gabbionature del rio Santa Maria – spiega il sindaco Ignazio Porcu – ma la burocrazia ci sta rallentando tutto. Per ora la cosa che conta di più è metterci a disposizione dei nostri amici di Bitti. Già da ieri la nostra Protezione civile ha portato a Bitti una pedana d’acqua da bere, e in queste ore stanno andando a Bitti i nostri escavatori e altri mezzi messi a disposizione da residenti e imprese». E una solida mano tesa a Bitti arriva dall’Unione dei comuni Valle del Cedrino, attraverso le parole del presidente e sindaco di Loculi, Alessandro Luche. «Ci mettiamo a disposizione della comunità bittese – dice – e siamo pronti a dare il nostro aiuto con tutte le nostre forze».

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