Addio a Roberto Frongia Politica sarda più povera
L’assessore regionale ai Lavori pubblici stroncato a 60 anni da un tumore Una carriera sempre improntata alla sobrietà, al lavoro e alla correttezza
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SASSARI. Ha lavorato sino a quando le forze glielo hanno permesso: uno dei suoi ultimi interventi è stato per chiedere al Governo di essere alleato e non nemico della Sardegna nella cura delle infrastrutture dell’Isola. Un valore, un’idea a cui teneva molto. Dopo tanto lottare, alla fine ha dovuto cedere, riposarsi: Roberto Frongia è morto ieri nella sua casa di Iglesias, ucciso da un tumore. È morto nel giorno del compleanno della compagna, scomparsa due anni fa, anche lei uccisa da un tumore. Quando si dice che il destino sembra capace di tracciare disegni dolorosi che lasciano sgomenti.
Spesso il ricordo di chi non c’è più è declinato col filtro di un’indulgenza che tende a mettere nell’ombra le note negative e a esaltare i caratteri positivi. Per l’assessore ai Lavori pubblici della Giunta Solinas questa indulgenza non è e non sarà necessaria: anche in un ambiente spietato e ostile come la politica, Frongia è stato uno di quei pochissimi che godono di un rispetto e di una stima che va al di là degli schieramenti, delle appartenenze politiche, delle schermaglie polemiche.
Difficile ricordare parole di disistima per un uomo che ha attraversato la scena della politica sarda facendo di lavoro e discrezione le sue cifre stilistiche. L’assenza dell’uomo Roberto Frongia, per la sua famiglia, i suoi amici, i suoi collaboratori, sarà una perdita incolmabile. Per il presidente della Regione, al di là degli aspetti umani sui quali ciascuno segue dinamiche personali e intime, sarà l’addio a uno dei più brillanti e capaci assessori della Giunta.
Sessant’anni anni (ne avrebbe compiuto 61 a gennaio), avvocato, cassazionista, libero professionista dal 1992, titolare dello studio legale Frongia con studi a Iglesias e Cagliari. In politica è stato da sempre, coerentemente, schierato con i Riformatori sardi di cui era presidente. Prima di essere chiamato a guidare l’assessorato ai Lavori pubblici, era già stato in giunta regionale, titolare del Turismo, Artigianato e Commercio per tutta la XII legislatura, passando attraverso le tre Giunte presiedute da Mario Floris, Mauro Pili e Italo Masala. Quando entrò nella stanza dei bottoni della Regione aveva 39 anni ed era reduce da un’esperienza al Comune di Iglesias.
Nel 2004 subì anche un attentato: qualcuno sistemò una bomba all’esterno del suo studio legale a Iglesias.
Conclusa l’esperienza da assessore regionale proseguì con l’impegno all’interno del partito dei Riformatori sardi (divenne presidente nel luglio del 2016). Prima del ritorno alla Regione una candidatura a sindaco della sua città, non andata a buon fine, e un passaggio in consiglio comunale, sempre a Iglesias, sui banchi dell’opposizione.
Il presidente Solinas, quando lo ha chiamato a far parte della squadra di governo dopo la vittoria nelle elezioni del febbraio 2019, gli ha messo in mano uno degli assessorati più delicati e importanti per l’isola. Uno di quelli che assicura poca visibilità e tante grane. Ma Frongia si è dedicato al compito con applicazione assoluta, affrontando battaglie importanti nel tentativo di colmare l’antico ritardo dell’isola nel settore delle infrastrutture. Qualcuna di queste battaglie l’ha vinta, altre le stava ancora combattendo. Poi, durante il cammino si è trovato a dover fare i conti con un compagno di viaggio scomodo, infido, che lo ha fiaccato nel fisico senza però riuscire a togliergli la voglia di continuare a lavorare per la sua comunità.
Migliorare le condizioni di vita dei sardi, tutelare il loro diritto alla mobilità, alla loro sicurezza, alla loro salute, insieme alla passione per temi cari al suo partito come quello dell’insularità in costituzione, hanno continuato ad essere, anche nei giorni più difficili, le convinzioni che lo hanno spinto a restare attivo, partecipe, propositivo sino alla fine. Mancherà a chi l’ha conosciuto e gli ha voluto bene, mancherà all’Ente che ha rappresentato e amministrato. Mancherà alla comunità sarda per la quale si è speso. (r.pe.)
Spesso il ricordo di chi non c’è più è declinato col filtro di un’indulgenza che tende a mettere nell’ombra le note negative e a esaltare i caratteri positivi. Per l’assessore ai Lavori pubblici della Giunta Solinas questa indulgenza non è e non sarà necessaria: anche in un ambiente spietato e ostile come la politica, Frongia è stato uno di quei pochissimi che godono di un rispetto e di una stima che va al di là degli schieramenti, delle appartenenze politiche, delle schermaglie polemiche.
Difficile ricordare parole di disistima per un uomo che ha attraversato la scena della politica sarda facendo di lavoro e discrezione le sue cifre stilistiche. L’assenza dell’uomo Roberto Frongia, per la sua famiglia, i suoi amici, i suoi collaboratori, sarà una perdita incolmabile. Per il presidente della Regione, al di là degli aspetti umani sui quali ciascuno segue dinamiche personali e intime, sarà l’addio a uno dei più brillanti e capaci assessori della Giunta.
Sessant’anni anni (ne avrebbe compiuto 61 a gennaio), avvocato, cassazionista, libero professionista dal 1992, titolare dello studio legale Frongia con studi a Iglesias e Cagliari. In politica è stato da sempre, coerentemente, schierato con i Riformatori sardi di cui era presidente. Prima di essere chiamato a guidare l’assessorato ai Lavori pubblici, era già stato in giunta regionale, titolare del Turismo, Artigianato e Commercio per tutta la XII legislatura, passando attraverso le tre Giunte presiedute da Mario Floris, Mauro Pili e Italo Masala. Quando entrò nella stanza dei bottoni della Regione aveva 39 anni ed era reduce da un’esperienza al Comune di Iglesias.
Nel 2004 subì anche un attentato: qualcuno sistemò una bomba all’esterno del suo studio legale a Iglesias.
Conclusa l’esperienza da assessore regionale proseguì con l’impegno all’interno del partito dei Riformatori sardi (divenne presidente nel luglio del 2016). Prima del ritorno alla Regione una candidatura a sindaco della sua città, non andata a buon fine, e un passaggio in consiglio comunale, sempre a Iglesias, sui banchi dell’opposizione.
Il presidente Solinas, quando lo ha chiamato a far parte della squadra di governo dopo la vittoria nelle elezioni del febbraio 2019, gli ha messo in mano uno degli assessorati più delicati e importanti per l’isola. Uno di quelli che assicura poca visibilità e tante grane. Ma Frongia si è dedicato al compito con applicazione assoluta, affrontando battaglie importanti nel tentativo di colmare l’antico ritardo dell’isola nel settore delle infrastrutture. Qualcuna di queste battaglie l’ha vinta, altre le stava ancora combattendo. Poi, durante il cammino si è trovato a dover fare i conti con un compagno di viaggio scomodo, infido, che lo ha fiaccato nel fisico senza però riuscire a togliergli la voglia di continuare a lavorare per la sua comunità.
Migliorare le condizioni di vita dei sardi, tutelare il loro diritto alla mobilità, alla loro sicurezza, alla loro salute, insieme alla passione per temi cari al suo partito come quello dell’insularità in costituzione, hanno continuato ad essere, anche nei giorni più difficili, le convinzioni che lo hanno spinto a restare attivo, partecipe, propositivo sino alla fine. Mancherà a chi l’ha conosciuto e gli ha voluto bene, mancherà all’Ente che ha rappresentato e amministrato. Mancherà alla comunità sarda per la quale si è speso. (r.pe.)