L’inchiesta sul cardinale becciu
Ozieri, il vescovo Melis: «Diocesi trasparente»
di Gianni Bazzoni
SASSARI. Profondo rispetto per le autorità che procedono per la ricerca della verità, e la speranza che «una vicenda così dolorosa si concluda al più presto con l’accertamento della correttezza di...
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SASSARI. Profondo rispetto per le autorità che procedono per la ricerca della verità, e la speranza che «una vicenda così dolorosa si concluda al più presto con l’accertamento della correttezza di tutti i soggetti coinvolti». Sono le parole del vescovo di Ozieri monsignor Corrado Melis diffuse ieri dall’avvocato Ivano Iai (che tutela la diocesi ozierese nell’ambito dell’inchiesta che riguarda il cardinale Giovanni Angelo Becciu e che nei giorni scorsi ha portato alle perquisizioni nelle sedi della Diocesi, della Caritas e della Coop sociale Spes che ha come rappresentante legale Antonino Becciu, fratello del cardinale).
E proprio in relazione alle operazioni - disposte dal pm di Roma Maria Teresa Gerace - a seguito della richiesta di assistenza giudiziaria arrivata dal Promotore di Giustizia del Vaticano per l’acquisizione di documenti (eseguite l'8 giugno dalla Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano anche a Ozieri), l’avvocato Iai evidenzia la posizione della Diocesi e del vescovo Corrado Melis.
«La corretta organizzazione amministrativa e la puntuale tenuta della contabilità della Diocesi costituiscono garanzia di gestione regolare e trasparente nel contesto delle attività spirituali e solidali della Diocesi di Ozieri – ha detto Iai –, che si avvale della collaborazione di qualificati Enti morali per il raggiungimento degli scopi di carità, sostegno agli ultimi e solidarietà».
Poi un passaggio sulle modalità di attuazione del procedimento. «Rattrista che potendosi procedere a immediate acquisizioni documentali cui, anche in ragione della provenienza della richiesta da organo superiore della Santa Sede e della disponibilità offerta sin dal 24 settembre 2020, la Diocesi avrebbe puntualmente e immediatamente dato seguito già nove mesi addietro, sia stata scelta una strada inutilmente dolorosa, pubblicamente divulgata nonostante gli atti di indagine fossero coperti da inviolabile segreto investigativo».
E anche un riferimento alla necessità di fare in modo che si possa arrivare presto all’affermazione della verità.
«Si confida, in ogni caso – afferma l’avvocato Iai – che la ricostruzione mediatica della vicenda nel suo complesso non si sostituisca alla verità storica e ancor meno affievolisca la fiducia della comunità cristiana verso la Chiesa locale. Il vescovo Melis manifesta rispetto verso le Autorità procedenti confidando che la vicenda si concluda al più presto con l'accertamento della correttezza di tutti i soggetti coinvolti».
E sulle perquisizioni in Sardegna, mercoledì era intervenuto l’avvocato Viglione nell’interesse del cardinale Becciu: «Ogni verifica documentale, attesa da tempo, non potrà che ulteriormente confermare l’assoluta correttezza delle condotte di sua eminenza il cardinale Becciu, della Diocesi di Ozieri e della cooperativa sociale Spes, il cui operato è immune da censure di ogni ordine e grado e rispondente a prerogative e finalità istituzionali».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
E proprio in relazione alle operazioni - disposte dal pm di Roma Maria Teresa Gerace - a seguito della richiesta di assistenza giudiziaria arrivata dal Promotore di Giustizia del Vaticano per l’acquisizione di documenti (eseguite l'8 giugno dalla Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano anche a Ozieri), l’avvocato Iai evidenzia la posizione della Diocesi e del vescovo Corrado Melis.
«La corretta organizzazione amministrativa e la puntuale tenuta della contabilità della Diocesi costituiscono garanzia di gestione regolare e trasparente nel contesto delle attività spirituali e solidali della Diocesi di Ozieri – ha detto Iai –, che si avvale della collaborazione di qualificati Enti morali per il raggiungimento degli scopi di carità, sostegno agli ultimi e solidarietà».
Poi un passaggio sulle modalità di attuazione del procedimento. «Rattrista che potendosi procedere a immediate acquisizioni documentali cui, anche in ragione della provenienza della richiesta da organo superiore della Santa Sede e della disponibilità offerta sin dal 24 settembre 2020, la Diocesi avrebbe puntualmente e immediatamente dato seguito già nove mesi addietro, sia stata scelta una strada inutilmente dolorosa, pubblicamente divulgata nonostante gli atti di indagine fossero coperti da inviolabile segreto investigativo».
E anche un riferimento alla necessità di fare in modo che si possa arrivare presto all’affermazione della verità.
«Si confida, in ogni caso – afferma l’avvocato Iai – che la ricostruzione mediatica della vicenda nel suo complesso non si sostituisca alla verità storica e ancor meno affievolisca la fiducia della comunità cristiana verso la Chiesa locale. Il vescovo Melis manifesta rispetto verso le Autorità procedenti confidando che la vicenda si concluda al più presto con l'accertamento della correttezza di tutti i soggetti coinvolti».
E sulle perquisizioni in Sardegna, mercoledì era intervenuto l’avvocato Viglione nell’interesse del cardinale Becciu: «Ogni verifica documentale, attesa da tempo, non potrà che ulteriormente confermare l’assoluta correttezza delle condotte di sua eminenza il cardinale Becciu, della Diocesi di Ozieri e della cooperativa sociale Spes, il cui operato è immune da censure di ogni ordine e grado e rispondente a prerogative e finalità istituzionali».
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