La Nuova Sardegna

L’eolico off-shore fa gola: definiti sei progetti nel sud Sardegna

di Giuseppe Centore
L’eolico off-shore fa gola: definiti sei progetti nel sud Sardegna

Anche multinazionali e banche d’affari tra i proponenti, ma mancano regole

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CAGLIARI. Non si vedranno dalla terra ferma neppure con il binocolo, servirà un cannocchiale e tanta fantasia, per alcuni. Per altri invece l’impatto visivo sarà evidente. I campi eolici offshore previsti nel sud Sardegna a oggi sono sei, come riportato in dettaglio nella cartina qui sopra allegata.

Non sono ipotesi ma progetti definiti, e presentati agli uffici della Capitaneria di Porto di Cagliari nelle scorse settimane, regolarmente protocollati e studiati. Le società che li hanno presentati sono quattro. Due progetti hanno la stessa società per due distinte aree. La prima è la Seawind Italia srl che ha in mente di installare le pale a ovest dell’isola nel campo più grande a poco più di 21 miglia marine a sudovest di Carloforte, con l’impianto, molto esteso, denominato “Del Toro 2”, proponendo poi un impianto più piccolo, diviso in due sotto-campi a sei miglia al largo di Sant’Antioco.

Sulla società proponente si sa poco, se non che è una srl costituita di recente che ha come indirizzo la zona industriale di Portovesme. In assenza di comunicazioni ufficiali è plausibile che la srl sia stata creata da una delle società che operano da anni nella zona industriale, consumatrice di energia per le sue lavorazioni che già dispone di un piccolo parco eolico ma a terra. In questo caso il parco marino sarebbe ben più grande e fungerebbe da “polmone” finanziario ed energetico alla stessa società, che avrebbe sicuramente anche i mezzi propri per un investimento così impegnativo, ma che non è escluso in caso di autorizzazione riesca a costituire una cordata finanziario-industrale per realizzare un investimento vicino al miliardo di euro.

Investimento analogo è quello previsto più a nord, di fronte a Buggerru e proposto dalla Ichnusa Wind Power, srl nata nel 2019 a Milano con un capitale sociale contenuto, che vede tra i suoi azionisti il progettista Luigi Severini, ingegnere pugliese. Anche in questo caso il progetto della Ichnusa è gigantesco: 42 pale eoliche galleggianti alte 265 metri su una superficie marina di 49 mila metri quadri, a circa 35 chilometri da Cala Domestica e a nord del punto indicato per l’attracco del cavidotto: Portoscuso. La potenza prevista per ogni aerogeneratore è di 12 megawatt ciascuna, per complessivi 504 megawatt. In questo caso il proponente farebbe da apripista ad altri soggetti che rileverebbero progetto ed eventuale autorizzazione. Ha invece spalle larghe Repower Renewable società per azioni, affiliata dalla multinazionale elvetica Repower (gruppo internazionale che fattura oltre 1 miliardo di euro) che ha presentato un campo ben distante da capo Teulada, ma vicino ad altri due campi, presentati dalla società Nora Ventu srl e denominati Nora 1 e Nora 2.

In questo caso può essere la sede sociale della Nora Ventu srl a dare qualche indicazione su chi abbia deciso di scommettere sulla Sardegna. La sede di Nora Ventu srl è corso Venezia 16 a Milano, a palazzo Serbelloni, storico edificio neoclassico dove hanno sede gli uffici di Morgan Stanley Italia, una delle maggiori banche d’investimento al mondo, controllata da una serie di fondi e investitori istituzionali, oltre duemila. Anche in questo caso il progetto è consistente, con una novantina di pale eoliche distribuite a 18 miglia nautiche, quasi 60 chilometri a sud est di Cagliari, ben fuori dal golfo (Nora 2) e a 6 miglia nautiche a sud di Capo Teulada, oltre l’area militare interessata alle esercitazioni.

Questi progetti, per impatto dimensioni e investimenti (tutti miliardari) non hanno possibilità di arrivare tutti insieme al traguardo. Al sud dell’isola, insieme all’intervento previsto al largo di Olbia, c’è spazio per massimo due campi eolici. La competizione è aperta.

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

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