La Nuova Sardegna

Il Governo non ferma la protesta dei camionisti

Il Governo non ferma la protesta dei camionisti

Il movimento sardo riduce i presidi, ma prosegue con la mobilitazione

16 marzo 2022
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SASSARI. Si apre uno spiraglio: il Governo prospetta delle soluzioni che vengono incontro alle richieste del mondo dell'autotrasporto, strangolato dal caro carburante. Ma sembra non bastare. Il viceministro Bellanova e il ministro Patuanelli promettono interventi sulle accise. «Stiamo valutando il taglio delle accise che non è differibile a mio avviso. Così come bisogna valutare altre tipologie di Interventi non solo a livello nazionale ma anche europeo - ha detto il ministro Patuanelli -. Il decreto per ridurre il prezzo dei carburanti sarà pronto sicuramente questa settimana. Il tema è riuscire a capire come reperire le risorse necessarie per un intervento che sia percepibile da imprese e cittadini».

Sulla stessa linea, prima dell’incontro sull’autotrasporto, si era espressa anche la viceministra Bellanova: «Un intervento sulle accise non è più rinviabile: ne sono assolutamente convinta. Il caro carburante rischia di strozzare un segmento strategico per il paese come quello dell'autotrasporto, ripercuotendosi su altri settori ugualmente essenziali e di prima necessità. Serve agire adesso, con coraggio e determinazione. Dopo sarebbe troppo tardi».

In Sardegna, dove il movimento degli autotrasportatori è slegato da organizzazioni e associazioni di categoria, resta la linea dura. Non bastano le dichiarazioni del ministro Patuanelli sulla valutazione di un possibile taglio delle accise e del decreto taglia carburante in settimana: «Sino a quando non vedremo cambiare il prezzo del gasolio sulla colonnina - ha detto Daniele Fanni, uno dei referenti della protesta davanti a porti e zone industriali - noi andremo avanti con i presidi a oltranza». Stesso effetto per quanto detto dalla viceministra alle Infrastrutture e Mobilità sostenibili Teresa Bellanova: «Vogliamo risposte concrete», rispondono gli autotrasportatori.

«Abbiamo raggruppato una parte eccezionale di autotrasportatori, possiamo contare di più - dice Franco Funedda, uno dei rappresentanti del movimento - . Ci troviamo di fronte a una pentola a pressione che sta per esplodere. Dobbiamo andare a parlare con la committenza per un tavolo di confronto. Il peso degli aumenti non può gravare su di noi. Si stanno unendo alla protesta pastori, pescatori, il mondo dell’agroalimentare. Una marea di persone che rappresenta la base dell’economia in Sardegna. Molti non saranno contenti delle risposte arrivate da Roma. Ci dobbiamo consultare tra noi. La protesta va avanti, ma sarà più concentrata. Abbiamo chiuso alcuni presidi perché qualcuno di noi non ce la faceva più».

Al Tavolo sull’autotrasporto, la viceministra alle Infrastrutture e mobilità sostenibili, Teresa Bellanova, ha presentato la proposta di Protocollo d’intesa tra Governo e associazioni. Al momento non c’è una risposta: le associazioni hanno manifestato l’esigenza di discutere l’intesa al loro interno. Ma, secondo informazioni che arrivano dal ministero «si sono impegnate a scongiurare contestualmente anche il fermo nazionale dei servizi di autotrasporto a garanzia della prosecuzione senza soluzione di continuità delle attività».

Per la verità la nota di Unatras (organizzazione di cui fanno parte Confartigianato Trasporti, Fita Cna, Fai Conftrasporto insieme ad altre 5 Associazioni datoriali del trasporto merci, Fiap, Sna Casartigiani, Unitai, Lega delle Cooperative e Confcooperative) ha una sfumatura diversa: «Ad oggi dal ministero dei trasporti non ci sono proposte su compensazioni per il caro carburanti. Sulla questione gasolio la vice ministra ci ha annunciato che la risposta alla categoria sarà data da un provvedimento generale del governo di cui non si conosce l'entità effettiva».

Secondo alcune fonti il consiglio dei ministri di domani discuterà una riduzione generale del costo del gasolio di 15 cent. Unatras chiede un intervento più ampio: «Per fermare la speculazione in atto, abbiamo chiesto di attuare dei controlli serrati oltre a fissare per decreto un tetto al prezzo del gasolio. Non abbiamo firmato alcun accordo ma il tavolo resta aperto permanentemente». Le manifestazioni di sabato sono confermate «anche per protestare contro le speculazioni sul prezzo e sulla carenza del canale extra rete».



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