La Nuova Sardegna

Alcol, giovani a rischio: è boom di consumi in Sardegna

Silvia Sanna
Alcol, giovani a rischio: è boom di consumi in Sardegna

Il report del Ministero della Salute: in aumento bevute fuori pasto e ricoveri. Minori di 17 anni: spopola il “binge drinking” anche tra le ragazzine

27 marzo 2022
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SASSARI. Bevono fuori pasto e per questo vanno più velocemente su di giri. Anche perché spesso la modalità scelta è quella del binge drinking, cioé l’“abbuffata alcolica”: cinque o sei bevande buttate giù nel tempo record di 2 o 3 ore, zero cibo d’accompagnamento a placarne gli effetti. Il risultato è una ubriacatura pesante con frequente perdita di controllo. E deriva da questo l’alta percentuale di accessi in pronto soccorso con diagnosi attribuibile all’alcol e il secondo ricovero fotocopia entro 30 giorni dalle prime dimissioni: la Sardegna vanta il triste primato di habitué degli ospedali a livello nazionale.

La fotografia che viene fuori dalla relazione ministeriale sull’abuso di alcol è desolante: nella nostra isola il tasso di mortalità è superiore alla media nazionale, così come è più alta la percentuale di soggetti a rischio, cioè che potrebbero sviluppare una dipendenza dall’alcol a causa di comportamenti sbagliati. Se il 14,9% dei sardi eccede nei consumi, sono due le fasce d’età particolarmente critiche: i ragazzi con meno di 17 anni e gli adulti dai 65 ai 74 anni. In entrambi i casi i numeri sono superiori a quelli medi nazionali, per i minorenni l’attenzione è critica anche per quanto riguarda le ragazze, perché è in aumento la percentuale di quelle che si sbronzano, soprattutto nel week end.

Alcol a tutte le ore. Se durante il periodo Covid – segnato anche dai lockdown e chiusure più o meno lunghe – il consumo complessivo di alcolici è calato in tutta Italia, Sardegna compresa, è invece aumentata più o meno ovunque l’abitudine di bere lontano dai pasti: metà mattina o pomeriggio, aperitivi lunghi in cui dominano vino e birra ma fanno un balzo in avanti amari ad altissima gradazione e super alcolici, spesso mischiati tra loro. Il dato della Sardegna è tra i più alti a livello nazionale: secondo il report ministeriale il 47,8% degli uomini beve fuori pasto, fanno peggio solo in alcune regioni del Nord Ovest (Valle d’Aosta) e del Nord Est (province autonome di Trento e Bolzano e Friuli, quest’ultima quasi sempre in vetta alle statistiche). L’isola supera la media nazionale (41,6) di oltre 6 punti percentuale, leggermente più basso invece il dato delle donne che non si limitano al bicchiere a pranzo e cena. Al contrario, le donne sarde sono più “avanti” nella moda del binge drink ing : l’abbuffata alcolica è scelta dal 4,5% a fronte del 3,9 di media nazionale.

Sardi più a rischio. L’incrocio di tutti questi dati origina un indice di rischio, cioé stabilisce la percentuale di soggetti che potrebbero sviluppare patologie legate all’abuso di alcol: per gli uomini sardi il valore è 29,3, più alto di 6,5 punti rispetto alla media nazionale, mentre per le donne è 8,3, inferiore di un punto rispetto a quello generale (9,4).

Ubriachi in ospedale. Un capitolo a parte all’interno del report di 168 pagine, è dedicato agli accessi al pronto soccorso. Viene esaminato il numero di persone che hanno necessità di rivolgersi a una struttura ospedaliera perché in preda ai fumi dell’alcol o per patologie alcol correlate, ma anche la percentuale dei recidivi, con un nuovo ricovero a breve distanza dal primo. In entrambi i casi la Sardegna ha percentuali altissime con picchi negli accessi al pronto soccorso di under 17 e adulti over 65. Il dato, superiore alla media nazionale, è confermato da quello successivo, il più alto in assoluto: il 12,9% dei pazienti ritorna in ospedale entro 30 giorni dal primo ricovero, quasi il 6% entro appena una settimana. Paziente in cura. In Italia ci sono circa 11500 pazienti che assimono farmaci per il trattamento della dipendenza alcolica: di questi il 6,4% è in Sardegna (quinto dato più alto a livello nazionale). E l’età media del paziente sardo è 50,8 anni, con la fascia d’età 45-54 anni che risulta essere la più colpita. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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