Una piazza con il suo nome per dire basta alla violenza
Intitolata a Sassari a Monica Moretti per iniziativa di Donne in Carrelas
SASSARI. Il nome di Monica Moretti è scritto sulla targa all'ingresso della piazza all'angolo tra via Duca degli Abruzzi e viale Dante: dalla fine del 2012 quel fazzoletto al centro della città è intitolato alla dottoressa dal bel sorriso che non è mai stata dimenticata. E in 10 anni piazza Moretti è diventata un luogo simbolo nella battaglia contro la violenza sulle donne, ma anche uno spazio culturale, prescelto per ospitare eventi, dibattiti, musica. «È un luogo vivo - dice Debora, la sorella di Monica - e lei ne sarebbe felice. Quando ci è stata comunicata l'intenzione di intitolarle la piazza, siamo rimasti molto colpiti. E orgogliosi. Mio padre non c'era già più, sono certo che sarebbe stato in prima fila all'inaugurazione. Monica suo malgrado è diventata un simbolo, noi vorremmo che quello spazio sia sempre di più un luogo di confronto e anche di conforto: un luogo dove si parli di diritti, di ingiustizie e di sofferenza ma anche dove si celebri la vita».
Dietro l'intitolazione della piazza a Monica Moretti ci sono altre donne. Una in particolare, medico come Monica. «Ci conoscevamo anche se lavoravamo in strutture diverse, lei in ospedale e io alle Cliniche» - dice Rita Nonnis, chirurga senologa - la stimavo perché era una persona determinata ma anche riservata. Aveva affrontato la malattia con discrezione e mi aveva colpito rivederla subito al lavoro. Quella domenica ero di guardia in clinica, fu la parente di un paziente a dirmi che cosa era successo. Uno choc perché allora di stalking si parlava poco e poi Monica era stata uccisa a casa sua, un luogo che ancora si riteneva sicuro: i tanti femminicidi purtroppo ci hanno insegnato che è proprio la casa il luogo in cui si rischia di più».
Negli anni successivi i delitti si moltiplicarono e il fenomeno della violenza sulle donne emerse in tutta la sua gravità. Ma forse la vicenda di Monica, così come quella dell'altra dottoressa Roberta Zedda, uccisa nella guardia medica di Solarussa nel 2003, rimase più di altre impressa nella memoria collettiva della città. E quando alcuni anni dopo nacque un dibattito animato a livello nazionale dal gruppo facebook "Toponomastica femminile", la Sardegna non rimase a guardare. «Venne fuori che nella nostra Regione così come nel resto d'Italia appena il 9% di strade e piazze era intitolato a donne e solo il 5% a personaggi della società, della storia o dell'arte. Decidemmo di rimediare a questa grave lacuna: nacque così il gruppo Facebook Donne in Carrelas», racconta Rita Nonnis, che ne fu la fondatrice ed è tuttora presidente. «Lanciammo l'idea di proporre il nome di una donna che meritasse di essere ricordata dedicandole una via, una piazza, una rotonda. Ci fu un bel riscontro e raccogliemmo oltre 200 nomi, tra questi c'era anche Monica Moretti».
Siamo nel 2012 e il Comune di Sassari ha quasi ultimato i lavori nella piazza di viale Dante. Donne in carrelas coglie la palla al balzo: «Chiedemmo che venisse intitolata a Monica Moretti. Il Comune ci disse però che si era già deciso di intitolare lo spazio a Luigi Rizzi, eroe deportato a Mauthausen. Ma il figlio fece una cosa molto bella: disse che il padre poteva aspettare e che era giusto dare a quella piazza il nome di Monica. L'amministrazione Ganau a quel punto diede il via libera». Da allora piazza Moretti è entrata nel cuore della gente: «A differenza di altri spazi - dice Rita Nonnis - come piazza Maria Carta che quasi da tutti continua a essere chiamata "parco di via Venezia", ha una identità molto chiara e netta. È piazza Monica Moretti, una brava persona e un bravo medico, che la città non dimentica». (si. sa.)