Il governo Meloni vede la luce, la sarda Calderone verso il ministero del Lavoro
Nata a Bonorva, profilo tecnico, il suo nome mette d’accordo tutti i partiti. Forza Italia strappa cinque ministeri ma la leader Fdi non cede sulla Giustizia
Roma C’è anche la sarda Marina Calderone tra le possibili ministre del governo Meloni. La presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, nata a Bonorva il 30 luglio 1965, è iscritta all’Ordine di Cagliari, dove lavora. Calderone è destinata al ministero del Lavoro. Il suo nome avrebbe il gradimento di tutta la coalizione. Insomma, il governo Meloni inizia a prendere forma. Cinque ministeri come la Lega, che però conta anche il +1, cioè Giancarlo Giorgetti all'Economia, da qualcuno considerato come tecnico. La leader di Fdi concede all'alleato di Forza Italia quella «pari dignità» invocata fin dall'esito delle urne. Ma Silvio Berlusconi, almeno per ora, non ottiene il bottino più ambito: il ministero della Giustizia, tiene il punto la premier in pectore, andrà a Carlo Nordio, magistrato in pensione e neoeletto deputato di Fratelli d'Italia.
Per Elisabetta Casellati, la favorita di Fi per il ruolo di Guardasigilli, potrebbero aprirsi le porte del ministero delle Riforme. Anche Università e ricerca e Pa dovrebbero rientrare nel portafoglio azzurro: nel primo caso la casella potrebbe essere occupata da Annamaria Bernini, mentre per il dopo-Brunetta si parla di Alessandro Cattaneo o di Sestino Giacomoni, entrambi anche possibili sottosegretari al Mef. Niente da fare per il Mise mentre, nello schema delineato a via della Scrofa, Fi conquisterebbe il ministero della Transizione ecologica. Al posto di Roberto Cingolani andrebbe Gilberto Pichetto ma l'energia potrebbe tornare a via Veneto, con lo Sviluppo economico che in questo caso andrebbe a Guido Crosetto.
«Sono all'estero, non so niente» twitta il cofondatore di Fdi, ipotizzato in vari ruoli, compreso quello di sottosegretario a Palazzo Chigi. A Fi spetterebbe la Farnesina con Antonio Tajani che, nella richiesta del Cavaliere, dovrebbe ricoprire anche il ruolo di vicepremier. Su questo una riflessione sarebbe ancora aperta, ma anche in casa Lega si dà per scontato il doppio ruolo per Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture. Gli altri 4 ministeri per il partito di via Bellerio (oltre al Mef, fuori quota) sarebbero l'Agricoltura, dove è in pole Gian Marco Centinaio, gli Affari regionali e l'autonomia destinato a Roberto Calderoli, il ministero dell'Interno dove il nome più forte rimane quello del prefetto Matteo Piantedosi.
Il quarto ministero potrebbe essere l'istruzione o la famiglia - per cui circola il nome di Simona Baldassare - o ancora la disabilità, cui in un primo momento sembrava potesse rimanere l'attuale ministro Erika Stefani, anche se le sue quotazioni sarebbero in calo. Al Lavoro sembra mettere tutti d'accordo al momento Marina Calderone, che guida il consiglio dell'ordine dei consulenti del lavoro. A Palazzo Chigi, come sottosegretario alla presidenza, Meloni dovrebbe portare con sé il fidatissimo Giovanbattista Fazzolari. Ancora scoperta la casella della salute ancora contesa tra Fi e Fdi ( con i nomi di Bertolaso e Rocca).