Le navi Delcomar erano in regola, assolti i Del Giudice
La perizia del tribunale ha costretto la Procura a revocare le accuse
Cagliari I titolari della Delcomar sono stati assolti perché il fatto non sussiste. Il giudice Ornano stamattina, giovedì 19, ha letto la sentenza, disponendo anche la restituzione di tutto quello che era stato sequestrato. Le conclusioni del perito del giudice avevano sostanzialmente anticipato la sentenza e indotto anche il pm, ieri, a chiedere l'assoluzione.
Secondo il perito, infatti, le navi messe in linea dalla compagnia Delcomar per collegare La Maddalena e Carloforte all’isola madre rispettavano i requisiti del bando regionale, compresi quelli necessari per garantire condizioni di viaggio adeguate alle persone disabili. Questa la conclusione contenuta nella perizia tecnica firmata dall’ammiraglio ispettore Claudio Boccalatte, incaricato lo scorso 12 luglio dal giudice Cristina Ornano di rispondere a otto quesiti riferiti alle accuse per le quali il pm Giangiacomo Pilia aveva chiesto la condanna a sei anni di reclusione per l’amministratore della Delcomar Franco Del Giudice (66 anni) e quattro per il figlio Enzo Giorgio (34) - difesi da Massimo Ledda e Marcello Vignolo - a conclusione del giudizio abbreviato in cui erano imputati l’uno di falso ideologico continuato in atto pubblico, falso commesso da privato e turbata libertà degli incanti, insieme al figlio anche di frode in pubblica fornitura, concorso in truffa continuata e attentato alla sicurezza dei trasporti nel procedimento che l’8 marzo dell’anno scorso aveva portato al sequestro di due navi traghetto e a beni per 54 milioni riferibili alla società navale. Il magistrato aveva chiesto la condanna anche per le società Delcomar e Delcoservizi - difese dagli avvocati Matteo Pinna, Stefano Demuro, Massimo Massa e Pierfranco Tirotto - nelle vesti di responsabili amministrative, per la prima la sanzione pecuniaria di 300 mila euro, per la seconda 200 mila. Ma ieri mattina, preso atto della perizia depositata lo scorso 10 gennaio, il pubblico ministero ha dovuto tornare su propri passi e ha chiesto l’assoluzione degli imputati da tutti i capi d’imputazione perché il fatto non sussiste. In altre parole, il pm ha riconosciuto che le accuse non erano fondate, un fatto piuttosto raro nel nostro sistema giudiziario. D’altro canto le conclusioni del perito lasciavano ben poso spazio ai dubbi: i traghetti Delcomar erano in regola con le norme di sicurezza della navigazione e rispettavano anche quelle sull’accessibilità dei disabili. Le navi entrate in servizio in sostituzione di quelle originarie erano persino migliori.
Un solo appunto è statp rivolto dall’ammiraglio Boccalatte alla compagnia sotto accusa: alcuni adeguamenti che pur violando il contratto di servizio erano impossibili «per insormontabili ostacoli tecnici» dovevano essere segnalati alla stazione appaltante – la Regione – che a sua volta avrebbe dovuto applicare le penali previste. «Invece – scrive il perito del giudice – la Regione ha mostrato acquiescenza nei confronti dell’operato della Delcomar, evitando di evidenziare la violazione. Tale acquiescenza – scrive ancora Boccalatte – appare particolarmente grave alla luce della presenza di una precisa scadenza contrattuale e di un sistema di penali collegato al suo mancato rispetto».
Le basi dell'inchiesta stavano tutte nel bando di gara indetto dall'assessorato regionale ai trasporti nel 2016, dove venivano stabiliti requisiti precisi per la partecipazione. Fra questi, la dotazione di ascensori, scivoli, servizi igienici, strumenti e personale che garantissero ai disabili la possibilità di viaggiare in sicurezza sulle cinque navi traghetto, più una di riserva, che la vincitrice della gara avrebbe messo in linea.