Il Psd’Az non vuole restare isolato: va con Paolo Truzzu, ma prepara la rivalsa
Consiglio nazionale a Oristano: sì al centrodestra, ma il malumore è forte. Christian Solinas: «Dobbiamo essere capaci di andare oltre i personalismi»
Oristano Il Psd’Az stringe i denti, è imbufalito, vorrebbe spaccare il mondo, fargliela pagare a chi l’ha disarcionato, ma scenderà lo stesso in campo con il centrodestra alle Regionali di febbraio. Nessuna tentazione di correre da soli, seppure i sardisti ci abbiano pensato. Nessuno strappo neanche con il passato più recente, semmai spinti dalla vendetta. Ma neppure virate verso altri lidi forse già di per sé poco accoglienti. Il Psd’Az rimarrà nel centrodestra.
Votazione bulgara L’ha deciso all’unanimità il Consiglio nazionale, riunito a Oristano. Gli oltre 80 delegati hanno preferito non sbattere la porta in faccia ai vecchi alleati, ma che di sicuro da oggi ameranno molto meno rispetto a cinque anni fa, perché «tutti i partiti nazionali – è stato detto prima, durante e dopo l’assemblea – hanno paura di noi, non vogliono averci fra i piedi e ci attaccano». Però, in sostanza, «abbiamo scelto di non cambiare casacca».
Il documento finale «Il Consiglio nazionale – si legge – dopo un ampio e approfondito dibattito (è durato tre ore) innanzitutto ha ribadito il valore della continuità rispetto al buon governo espresso negli ultimi cinque anni a guida sardista». Subito dopo, ha «valutato, con molta attenzione, il persistente interesse dei sardi e della Sardegna nel voler completare quanto è stato avviato». Per poi «prendere atto, con la generosità di un partito che da oltre un secolo non persegue prebende per sé, bensì la costruzione della felicità del popolo sardo, al fine di favorire l’unità e la continuità della formula di governo del centrodestra, civico e sardista, ritira la ricandidatura del governatore uscente Christian Solinas». Ma soprattutto «sulla base degli accordi programmatici già concordati e da attuare nella prossima legislatura, il partito delibera di confermare l’accordo politico con il centrodestra civico e sardista».
La scelta Con il centrodestra, dunque, perché altre strade non sarebbero state percorribili. «Abbiamo deciso e scelto per senso di responsabilità ma anche con il cuore e la mente», hanno fatto sapere i sardisti nella hall dell’albergo dove si sono riuniti. Perché «se vogliamo dare continuità alle idee, al governo che abbiamo guidato finora – è stato sottolineato da più parti – stavolta dobbiamo riuscire ad eleggere molti consiglieri regionali e questo sarà possibile solo se resteremo nella coalizione con cui abbiano vinto nel 2019». Però, è stato ribadito, persino con rabbia, «da oggi in poi con quegli stessi alleati dobbiamo saper trattare, imponendo il nostro enorme peso culturale, politico ed elettorale che abbiamo». Tant’è che nel documento la parola coalizione, scritta nella prima stesura, è stata poi sostituita con un’altra molto più asettica, distaccata e impersonale: accordo. Non è stata una decisione facile, quella di rimanere con chi, all’improvviso, «ci ha mangiato il Re solo per questioni di potere, senza darci neanche una motivazione politica sul perché il nostro Re non andasse più bene», è stata la denuncia. Ma la decisione è stata presa.
La svolta È finita come doveva finire, perché «se un prezzo dobbiamo pagarlo per portare a casa, soprattutto il più avanti possibile, i progetti che abbiamo avviato, devono essere io per primo a fare un sacrificio e lo faccio con spirito di servizio nei confronti di ogni sardo e di ogni sardista», ha detto il governatore uscente Christian Solinas, nella relazione introduttiva – tutta a braccio – di oltre mezz’ora. Il suo è stato un passo di lato, pesato e sofferto ma forse atteso da un’assemblea già orientata a non fare salti nel buio. E infatti i sardisti l’hanno subito apprezzato, sottolineato, con una standing ovation spontanea, durata due minuti abbondanti. «Le nostre ragioni sono più grandi di noi - ha aggiunto SOlinas - , non possiamo fermarci e dobbiamo essere capaci di andare oltre i personalismi». Il Psd’Az sosterrà Paolo Truzzu di Fdi, anche se ad averlo «scelto – ha aggiunto Antonio Moro, presidente del partito e assessore ai Trasporti – è stato un tavolo di coalizione acconciato male, a Cagliari, e gestito ancora peggio a Roma». Ma «noi sardisti – ha rilanciato Solinas – siamo orgogliosi di consegnare una Sardegna migliore rispetto a quella che abbiamo trovato, nonostante una legislatura dimezzata dal Covid e complicata dalla peggiore crisi economica degli ultimi anni». Per concludere: «Il governo a guida sardista avrebbe meritato di essere sottoposto al giudizio degli elettori, non certo gambizzato dal potere». Con infine anche un accenno alle ultime vicende giudiziarie in cui sono coinvolti lo stesso Solinas e altri sardisti: «Tutte le armi che ci sono state rivolte contro hanno una potenza paragonabile solo alla potenza del nostro messaggio politico», ha detto Antonio Moro. Anche se poi Solinas ha finito per bloccarlo: «Come ho fatto in passato, caro Antonio, di tutto il resterò parlerò solo in tribunale, dove dimostrerò di aver agito sempre in buona fede».