Furti, incendi, alluvione: la vita tribolata dei reperti di Olbia
Il ciclone Cleopatra causò gravi danni, ma le navi si salvarono
Olbia Le navi e tutti gli altri reperti se la sono sempre vista brutta. L’ex Artiglieria, dove si trovano i magazzini della Soprintendenza, vanta un lungo curriculum di disastri e sciagure sventate. Partiamo dal 2002. Qualcuno si intrufolò in un capannone e con un coltello lacerò il cellofan per far defluire l’acqua che serviva per tenere umido il legno delle navi romane. Ben 17 le casse sventrate. Infine il tentativo, per fortuna non andato a segno, di dare fuoco ai legni delle navi con l’utilizzo di una bottiglia di liquido infiammabile. Nel 2007 un ampio servizio della Nuova Sardegna raccontava tutto ciò che accadeva all’interno dell’ex Artiglieria, in area demaniale: diversi capannoni occupati da un esercito di senzatetto e un successivo blitz da parte delle forze dell’ordine per sgomberare la zona. Nel 2009 un nuovo blitz per allontanare i disperati dai preziosi reperti archeologici. Nel 2011 ancora un servizio del giornale sul caso archeologia e senzatetto: «Per sfrattarli e salvare le navi da un futuro come legna da ardere sono dovute intervenire le forze dell’ordine».
Un altro grande rischio è stato poi corso il 18 novembre del 2013, il giorno dell’alluvione che devastò mezza città: l’ex Artiglieria venne travolta dall’ondata di piena del ciclone Cleopatra e il fango invase anche i magazzini della Soprintendenza. Risultato: 300mila euro di danni. Le navi romane, però, riuscirono in qualche modo a salvarsi. Il duro lavoro degli archeologi permise al fasciame conservato nelle casse di legno di tornare nuovamente al suo posto, con la speranza di un futuro intervento di restauro. E poi il 2014, quando i carabinieri riuscirono a sventare il furto di un ricco bottino fatto di reperti archeologici: la bellezza di 18 casse piene di ceramiche e altri resti del passato millenario della città.
Nel settembre del 2021, invece, un vasto incendio scoppiò sempre dentro l’ex Artiglieria di Santa Cecilia: colonne di fumo, gli abitanti della zona attorno costretti a lasciare le loro case per precauzione. Anche in questo caso le navi riuscirono a non finire tra le fiamme. Infine la scoperta di due giorni fa, quando gli antichi relitti sono stati fotografati e filmati nel loro stato attuale. Abbandonati in mezzo all’erba e ai rifiuti, ormai tristemente in rovina. (d.b.)