Porto Torres, il sindaco Massimo Mulas: «Un Piano per riabitare»
Un calo a tre zeri
Porto Torres Non è una questione di statistiche e calcoli matematici. E neanche di speranze e di offerte di angoli di comunità con i saldi, perché ormai il trend lo conoscono tutti: i morti superano i nuovi nati, nelle famiglie prevale la visione del figlio unico perché i giovani non vedono prospettive e guardano a un futuro sempre più incerto. E la popolazione diminuisce: negli ultimi dieci anni Porto Torres ha registrato un calo che è pari a quasi 1200 persone.
«Certo che siamo preoccupati – dice il sindaco Massimo Mulas – ma stiamo cercando di non farci travolgere da un sistema che è fatto solo di segni meno. Perciò vogliamo parlare di ripopolamento e non di spopolamento. Cioè, ribaltiamo la situazione: nel Pls di quest’anno (il Piano di sviluppo locale) abbiamo creato le condizioni per essere dentro la piattaforma “Riabitare la Sardegna”. Per noi significa valorizzare e presentare le risorse del territorio, che sono tante. E solo pochi le conoscono. La piattaforma ci consente di raggiungere una pluralità di persone in ogni parte del mondo e di mettere sotto i loro occhi il patrimonio archeologico, le risorse ambientali, la storia e la possibilità di poter lavorare in tranquillità. Ormai ci sono 10 milioni di nomadi digitali che possono operare sistemandosi in qualunque posto del pianeta».
Il sindaco rivolge lo sguardo ai giovani, ai ragazzi che partono, che vanno via per cercare nuove esperienze, per migliorare la loro formazione: «È giusto così, ma io auguro a loro di tornare con un bagaglio nuovo di qualità e di eccellenze. E diventare protagonisti a casa nostra».
Il piano è in una fase avanzata, e “Riabitare la Sardegna” per il sindaco si trasforma in “Riabitare Porto Torres”, vogliamo conquistare italiani e non, dare i servizi che possiamo offrire e che possiamo migliorare. La difficoltà è quella di comunicare all’esterno, fare sapere che anche nell’isola dell’Asinara si può andare a vivere, abitare un luogo fantastico. E l’intesa con il Parco c’è, aspettiamo la Regione e siamo fiduciosi che la presidente Alessandra Todde colga le nostre proposte».
Massimo Mulas aveva coniato una battuta: «Arriverà prima la fibra dell’acqua all’Asinara», e per un lungo periodo è stato così. Ora anche l’acqua (servizio essenziale) sembra in dirittura d’arrivo e Porto Torres scommette su un patrimonio storico e ambientale di inestimabile valore, sul turismo e sulla cultura. «Vogliamo dare motivazioni per abitare e non solo per visitare, stare qui non per nostalgia ma perché si crede nel cambiamento. Da noi si sono formati giovani per l’accoglienza dei turisti, persone capaci di guidarti a vedere le bellezze del territorio senza disperdere le conoscenze in contaminazioni inutili. Siamo rimasti fermi troppo tempo a sperare nel cambiamento. Invece si doveva agire per lo sviluppo. Ora proviamo a dare una scossa. Si può fare. L’alternativa è stare passivamente a leggere segni meno». (g.baz.)