La Nuova Sardegna

Il delitto

Donna uccisa dal figlio a Sinnai, l’auto di famiglia negata dietro la coltellata fatale

di Andrea Massidda
Donna uccisa dal figlio a Sinnai, l’auto di famiglia negata dietro la coltellata fatale

I motivi della lite che è sfociata in tragedia

17 giugno 2024
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Cagliari Potrebbe esserci il netto diniego da parte dei genitori di fare usare al figlio l’automobile di famiglia, dietro il delitto avvenuto nel pomeriggio di domenica scorsa a Sinnai (nell’hinterland cagliaritano), dove il ventisettenne Andrea Tidu, cui era stata di recente sospesa la patente di guida, avrebbe ucciso la madre colpendola alla schiena con un coltello da cucina di circa 20 centimetri. Un gesto d’impeto poi rivelatosi fatale, e commesso all’apice di una breve ma accesa discussione scoppiata – secondo fonti attendibili – proprio per quel futile motivo. Fatto sta che la vittima, Maria Dolores Cannas, di 57 anni, si è accasciata sul pavimento della propria abitazione con un polmone perforato per poi morire tra le braccia degli impotenti soccorritori del 118 a causa di un’emorragia interna.

Autopsia Dettagli sul decesso confermati anche dall’autopsia eseguita dal medico legale Roberto Demontis. A nulla dunque è servito l’allarme dato tempestivamente dal marito, Lello Tidu, giardiniere che nella sua attività aveva coinvolto anche il figlio con in tasca un diploma dell’Istituto tecnico commerciale. «Un bravissimo ragazzo», come vicini di casa e amici lo definiscono. Ma che ora si trova rinchiuso in una cella del carcere di Uta con la pesante accusa di omicidio volontario aggravato.

L’interrogatorio di garanzia Intanto oggi 18 giugno è prevista l’udienza di convalida dell’arresto e nel contempo l’interrogatorio di garanzia con il giudice del Tribunale di Cagliari Giorgio Altieri, alla presenza del sostituto procuratore Enrico Lussu, titolare dell’inchiesta, e ovviamente del difensore del giovane, l’avvocato Roberto Zanda. E a questo proposito il presunto matricida potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere ai magistrati, ma anche – è l’ipotesi più verosimile - rilasciare spontanee dichiarazioni raccontando la sua versione su quanto è avvenuto. Si vedrà.

Perizia psichiatrica Al momento di sicuro c’è che il presunto matricida – il quale immediatamente dopo il fattaccio aveva lasciato l’abitazione di famiglia di via Monte Genis per poi essere rintracciato poco lontano dai carabinieri del Nucleo radiomobile di Quartu Sant’Elena al comando del maggiore Michele Cerri – appare in stato confusionale, così come lo avevano trovato i militari. E per questo non è da escludere che il suo legale stamattina richieda una perizia psichiatrica, anche per verificare l’effettiva capacità del giovane di intendere e di volere.

Smartphone Una volta appurati il movente e la dinamica del delitto, le indagini potrebbero risultare quanto meno in discesa. A parte che sull’esito dell’esame autoptico, gli inquirenti potranno contare anche su altri elementi: ad esempio, domenica i carabinieri del reparto scientifico hanno lasciato l’appartamento della famiglia Tidu portandosi dietro gli indumenti insanguinati che Andrea indossava al momento dell’accoltellamento, ma anche il suo smartphone.
 

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